Sequestrati 650mila euro alla suocera di Aboubakar Soumahoro

Si allargano le informazioni che trapelano dall’indagine nei confronti delle coop gestite dai partenti del deputato italiano Aboubakar Soumahoro. Oltre a denaro sottratto e stipendi non pagati, si parla anche di maltrattamenti nei confronti di minori ospiti delle coop. 

Continuano a emergere dettagli nella vicenda della gestione della cooperativa sociale integrata Karibu di cui Maria Thérèse Mukamitsindo, 68 anni, era presidente. Questa mattina la Guardia di Finanza ha posto sotto preventivo a fini di confisca una cifra vicina ai 650mila euro nei confronti della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, eletto nelle fila di Sinistra Italiana.

Mukamitsindo è stata raggiunta da una misura interdittiva con tanto di divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno, insieme ad altre tre persone. Il provvedimento disposto dal gip di Latina è stato eseguito dai militari della Guardia di Finanza, le indagini si sono svolte con l’ausilio di personale della Sezione di PG della Polizia di Stato e la confisca riguarda esattamente 639.455,28 nei confronti di un indagato e di euro 13.368,42 nei confronti di altri due indagati.

La procura ha spiegato, in una nota diffusa a mezzo stampa, che “i provvedimenti sono stati adottati dal gip presso il Tribunale di Latina con riferimento a reati tributari relativi all’emissione ed all’impiego di fatture per operazioni inesistenti, per gli anni di imposta dal 2015 al 2019“. Nel frattempo proseguono i lavori per monitorare la situazione relativa all’accoglienza nella provincia laziale. Come richiesto dalla Uiltucs Latina oggi il prefetto ha convocato tutte le parti compreso associazioni datoriali che in territorio Pontino si occupano di accoglienza e integrazione degli immigrati affidatari degli appalti dei vari enti che da tempo accolgono e svolgono servizi attraverso progetti e stanziamenti di risorse pubbliche.

CONTINUANO LE INDAGINI

L’Ispettorato territoriale del Lavoro di Latina ha convocato ieri 5 persone che hanno lavorato nella cooperativa Karibu per riferire in merito alla questione degli stipendi non pagati ai dipendenti, ma queste non si sono presentate in quanto, riferiscono, “non hanno più titolarità a seguito del procedimento attivato dal Ministero delle Imprese che aveva prospettato per Karibu la liquidazione coatta per troppi debiti e per Aid lo scioglimento per irregolarità non sanabili“.

Non abbiamo soldi da dargli perché lo Stato non ci paga in tempo – aveva affermato Mukamatsindo -. Tra burocrazia e Covid i fondi arrivavano anche dopo un anno e mezzo. (…) Il mio errore è stato non licenziarli prima. Quando ci siamo accorti che gli anticipi dello Stato arrivavano troppo tardi avrei dovuto avere il coraggio di farlo, ma li conosco da vent’anni e ho preferito aspettare“.

I PRESUNTI MALTRATTAMENTI

C’è anche una inchiesta parallela che riguarda denunce di possibili maltrattamenti nei riguardi di persone minorenni ospiti delle strutture di accoglienza gestite dalle coop della donna. Una terza indagine riguarda invece possibili  malversazione di erogazioni pubbliche. 

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