Qatargate, ecco perché l’inchiesta sul fiume di denaro dall’emirato potrebbe presto allargarsi

I politici europei a libro paga del Qatar potrebbero essere molti più dei nomi usciti finora dall’inchiesta, partita dagli 007 belgi.

Resta ancora da  ricostruire il percorso del denaro usato per corrompere gli europarlamentari.

A far partire l’inchiesta sul Qatargate sono stati i servizi segreti belgi. Per mesi l’agenzia interna per la «Sicurezza dello Stato» del Belgio ha lavorato gomito a gomito coi servizi segreti di altri cinque Paesi per avviare l’inchiesta sul più grave affare di corruzione della storia dell’Europarlamento, che rischia di macchiare la reputazione della massima istituzione del Vecchio Continente.

Tra i servizi coinvolti non ci sono quelli italiani, esclusi dall’operazione malgrado il fatto che tutto sembri girare attorno a personaggi italiani. A partire da Antonio Panzeri e dalla sua Ong Fight impunity, attraverso la quale sarebbe transitato il milione e mezzo di regali principeschi partiti dal Qatar e dal Marocco.

Stando alle ricostruzioni della stampa belga, non smentite dalle autorità, l’operazione Qatar parte nel 2021 come inchiesta su un’interferenza da parte di un Paese straniero sui processi decisionali del Parlamento Ue. Come quelli sulle mosse da intraprendere contro quei Paesi accusati di non osservare i diritti umani (come appunto il Qatar). E l’inchiesta adesso potrebbe allargarsi. Secondo la stampa greca i pm greci e quelli italiani avrebbero messo nel mirino più di una sessantina di europarlamentari, definiti a «libro paga». Perlopiù si tratterebbe di membri del gruppo dei socialisti e del Ppe, ma non mancherebbero anche esponenti dei «nuovi partiti della destra».

Da chi è partita la soffiata ai servizi belgi?

Eva Kaili col ministro del lavoro del Qatar, Ali bin Samikh Al Marri, durante una recente visita nel Paese – Meteoweek

Ancora non è nota la fonte che ha fatto la “soffiata” agli 007 belgi. Forse una assistente parlamentare che ha denunciato il malaffare per vendetta dopo la mancata riconferma di un incarico. Oppure la segnalazione potrebbe essere arrivata da un Paese terzo, come ipotizza la stampa belga. Di certo c’è che le indagini, riservatissime, si focalizzano fin da subito su Antonio Panzeri e sulla Figth impunity, col suo appartamento in un residence di Bruxelles messo sotto controllo e riempito di “cimici”. Nel frattempo partono pedinamento e intercettazioni.

A permettere indagini così intrusive sono i poteri speciali di cui possono avvalersi i servizi segreti in Belgio senza l’autorizzazione dei giudici, ma dopo il semaforo vedere di una commissione. A luglio scorso, dopo che gli 007 belgi hanno inquadrato la situazione, l’indagine è finita nelle mani della procura federale. Che ha aperto un fascicolo per i reati di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro commessi a partire dal primo gennaio 2021 fino all’8 dicembre scorso.

Così i contatti di Panzeri – primo fra tutti quello con Francesco Giorgi, il compagno di Eva Kaili, la vice presidente del parlamento arrestata insieme a loro due – sono finiti in mano ai magistrati. Sarebbero oltre 750 mila euro i soldi arrivati dal Qatar alla coppia “glamour” dello scandalo. In più ci sono i 600 milioni recuperati nel residence di Panzeri.

Adesso gli inquirenti dovranno ricostruire in che modo sia arrivato loro quel fiume di denaro. Visto che, come pare risultare dai numeri di serie, la maggior parte delle banconote sarebbe stata emessa in Belgio e passata attraverso banche belghe. Un fatto che smentirebbe l’ipotesi di valigie piene di biglietti fruscianti provenienti dall’estero.

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