Scandalo all’università: “Lista delle studentesse che fanno meglio sesso”

Un vergognoso elenco redatto da un dottorato dell’Università di Palermo che circolava sulle chat dei ragazzi è stato scoperto e reso pubblico da una studentessa. Una vera e proprio vergogna a cui sono state sottoposte diverse ragazze e che sta creando un’aspra polemica. 

Una lista compilata da un dottorando con tanto di giudizi e “specialità” delle studentesse dell’ateneo nell’attività sessuale. E’ lo scandalo che sta investendo in questi giorni l’Università di Palermo . “Studentesse che fanno il miglior sesso” era il nome di questo elenco che circolava nelle chat Whatsapp ormai da mesi e che è stato reso pubblico da una delle vittime sul blog di informazione Younipa.

La ragazza che ha denunciato il fatto ha raccontato come per giorni ha evitato di passeggiare per la strada universitaria della città per paura di essere riconosciuta e additata dai presenti. Una sorta di “camminata della vergogna” profondamente sessista a cui, probabilmente, non è l’unica a essere stata sottoposta.

LA REAZIONE DELLE STUDENTESSE

Il Collettivo Medusa, un gruppo di studentesse palermitane, ha deciso di indire un’assemblea dell’ateneo per chiarire la cosa. “Episodi come questo ci fanno rendere conto di come uno spazio femminista all’Università sia necessario – afferma Anna Taibi, studentessa di Beni culturali – e che l’emancipazione delle donne non sia affatto scontata, nemmeno negli ambienti accademici, tra i banchi dei dottorati, dove prende forma la classe intellettuale di domani, in perfetta continuità con le classi intellettuali stantie e reazionarie di oggi e di ieri. Nel mostrare solidarietà alla collega che sarebbe stata colpita dall’ennesimo episodio di sessismo all’interno dell’ Università di Palermo, sentiamo il dovere di puntare i riflettori sull’ambiente accademico che nasconde e protegge, legittimando, chi fa violenza sulle donne“.

Poi l’attacco alla dirigenza dell’Università: “La loro soluzione è stata quella di accusare di diffamazione la redazione del blog, senza proferire parola in merito ai fatti riportati – continua -. La mancanza di un dibattito pubblico intorno alla vicenda la rende ancora più grave, genera il rischio che il tutto venga nascosto e normalizzato e che non vengano messi in discussione i rapporti di potere vigenti all’interno del mondo accademico. Non basta istituire prorettorati all’Inclusione, Pari opportunità e Politiche di Genere, non basta inaugurare ogni anno panchine rosse per lavare via le responsabilità dell’ambiente accademico. Occorre che la comunità accademica si unisca perché non si permetta il verificarsi di cose simili, occorre che lanci un messaggio chiaro alle studentesse, alle ricercatrici, alle professoresse: nessuna di noi deve restare isolata”, conclude Taibi.

LA RISPOSTA DELL’ATENEO

Per Beatrice Pasciuta, Prorettrice all’Inclusione, Pari opportunità e Politiche di genere, “Nessuna segnalazione è giunta alle strutture di ateneo: né a me in qualità di Prorettrice, né al Rettore, né infine utilizzando il servizio anonimo di whistle blowing di ateneo. Per evitare di passare sotto silenzio una denuncia all’apparenza così grave – afferma in una lettera – abbiamo attivato i nostri canali di indagine, nel rispetto della riservatezza che è dovuta in questi casi. Abbiamo quindi potuto delineare i contorni di una vicenda che, per quanto da stigmatizzare, è di portata assai differente rispetto a quanto segnalato dal blog in questione e poi ripreso in vari siti di informazione. Per evitare di passare sotto silenzio una denuncia all’apparenza così grave, abbiamo attivato i nostri canali di indagine, nel rispetto della riservatezza che è dovuta in questi casi“.

Continua la Prorettrice affermando che “abbiamo quindi potuto delineare i contorni di una vicenda che, per quanto da stigmatizzare, è di portata assai differente rispetto a quanto segnalato dal blog in questione. Nel mese di febbraio scorso un dottorando di ricerca ha stilato una classifica di sue colleghe di dottorato, in base alla bellezza fisica (o almeno in base al suo personale criterio), che a quanto ci risulta è stata pubblicata su una chat dei dottorandi per pochi minuti, prima di essere cancellata. L’autore di questo atto insulso e idiota è stato individuato e convocato dal Coordinatore del Dottorato, che lo ha rimproverato e severamente ammonito – spiega -. Il dottorando ha allora inviato a tutte le colleghe di dottorato una mail di scuse, nella quale ha chiesto di perdonare il suo comportamento, da egli stesso, giustamente, definito disdicevole e condannabile. Il Coordinatore ha quindi chiesto alle interessate se intendessero procedere con la segnalazione per il provvedimento disciplinare e, non ricevendo indicazioni in tal senso, ha ritenuto di considerare chiusa la vicenda“.

Veniamo adesso accusati di non aver fatto nulla. Addirittura, il Rettore e la governance dell’Ateneo, che nulla sapevano di questi fatti fino ad ora, vengono accusati di complicità e di connivenza, perfino di censura” conclude Pasciuta. “Quello che a me non è chiaro – conclude Beatrice Pasciuta – è quale sia il vero scopo di tanto clamore da parte del blog, che ha riportato in maniera distorta e parziale gli avvenimenti, senza preoccuparsi, come è dovere di chi fa informazione, di verificare la correttezza di quanto riportato nella lettera anonima. Se tale lettera davvero esisteva“.

Gestione cookie