Sono quattro ragazze tra i 21 e i 23 anni, stanno bene ma vivono una condizione di forte disagio. Preoccupa la situazione del Paese a causa di un tentato colpo di stato e delle proteste dei cittadini peruviani che si sono riversati sulle strade bloccando i viaggiatori. Le raccomandazioni della Farnesina agli italiani in Perù.
Quattro donne italiane si trovano bloccate su un autobus in Perù da oltre 24 ore a causa dei disordini nel Paese causati da un tentativo di golpe che ha reso complicata la gestione dei trasporti. Con le connazionali ci sarebbero anche cittadini di altre nazionalità quali cileni, americani, colombiani, argentini, giapponesi e olandesi.
La loro destinazione era la Bolivia, attualmente si trovano nei pressi di Checaupe, dove si stanno svolgendo numerose manifestazioni di protesta con code lunghe diversi chilometri di mezzi bloccati nel traffico. Le donne in questione sono tutte giovani, si tratta di Giulia Opizzi, Martina Meoni, Federica e Lorenza Zani che stavano attraversando il Paese per turismo, tutte comprese tra i 21 e i 23 anni.
“Siamo senza soldi, senza acqua, senza riuscire a contattare i famigliari, senza servizi igienici. Il dialogo con i manifestanti sembra impossibile nonostante i vari tentativi” afferma la 21enne Opizzi. “La nuova prima ministra non intende ascoltare il popolo e non è a conoscenza della situazione attuale fuori dalle città” ha su un post pubblicato sul suo profilo Instagram.
E sulla loro situazione nel Paese scrive “Stavamo andando in Bolivia dal Perù e ci siamo ritrovati davanti a un muro di terra e a manifestanti di paesini dove parlano ancora la lingua antica peruviana. Noi siamo tutti bloccati in un paesino sperduto nel nulla. C’è gente che non ha più soldi per mangiare, persone che non riescono a tornare a casa, a prendere un aereo perché cancellati, bambini, non fanno passare ambulanze e siamo senza servizi igienici. La polizia inesistente perché impegnata in città. Abbiamo provato a dialogare con i manifestanti ma non si smuovono. Molte persone non hanno più soldi! C’è chi lascia i soldi nel bagno per chi ne ha bisogno. Dormiamo in autobus“, aggiungono le ragazze che sono in Perù da circa due settimane.
L’Unità di crisi della Farnesina ha iniziato a muoversi per monitorare la situazione. Dal ministero degli Esteri intanto raccomandano cautela per i cittadini italiani che si trovano in Perù e li invitano a consultare sempre il sito www.viaggiaresicuri.it e a scaricare l’App gratuita dell’Unità di Crisi, registrando il proprio viaggio, con geolocalizzazione, per ogni ulteriore aggiornamento.
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