L’Europarlamento è diviso tra shock, timore e rabbia per lo scandalo legato alle tangenti qatariote per ripulire l’immagine dell’emirato del Golfo.
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola parla di un attacco ai valori fondanti dell’Europa da parte dei «nemici della democrazia» legati a «Paesi terzi autocratici». Ma il timore è che lo scandalo si allarghi ancor di più e finisca per travolgere l’Europarlamento.
Shock, paura e rabbia. Sono i tre sentimenti dominanti tra gli eurodeputati riuniti a Strasburgo per la prima volta dopo lo scoppio del «Qatargate», lo scandalo che ha portato «nella casa della democrazia europea la corruzione».
Il timore è che l’inchiesta possa portare alla luce uno scenario molto più largo e diffuso di corruzione. In più c’è la rabbia per la macchia che investe le istituzioni europee, soprattutto ora che in Europa dilaga un euroscetticismo sotto traccia.
«Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco», questo l’incipit del discorso in Aula della presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola.
Metsola ripercorre «i giorni più lunghi» della sua carriera politica e avverte: «I nemici della democrazia, per i quali l’esistenza stessa di questo Parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla. Questi attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente armato Ong, sindacati, individui, assistenti e deputati nel tentativo di soffocare i nostri processi». Non evita però le contestazioni quando parla di uno scandalo «né di destra né di sinistra».
Pronta la rimozione di Eva Kaili
Ad ogni modo per ora si procede speditamente per non lasciare spazio a opacità di sorta. Già oggi probabilmente dovrebbe arrivare la rimozione della vice presidente greca Eva Kaili (il tempo necessario per i passaggi tecnici della procedura) e il testo del mandato negoziale per i visti con Qatar e Kuwait, previsto per questa sessione, verrà rinviato in commissione. Una richiesta partita da Verdi e Socialisti, che sono nell’occhio del ciclone. Del gruppo S&D fanno parte infatti sia Kaili che il suo assistente – e compagno – Francesco Giorgi, tutti e due finiti agli arresti. Ma di S&D sono anche gli altri assistenti che si sono visti sigillare gli uffici. Tutti hanno assistito in passato Antonio Panzeri, ai tempi in cui era eurodeputato.
Il francese Raphael Glucksmann ha chiesto una commissione d’inchiesta l’immediata sospensione di chi è coinvolto nello scandalo. Così si sono autosospesi Andrea Cozzolino (dall’incarico di presidente della delegazione per il Maghreb), Pietro Bartolo (relatore ombra sul testo) e Marie Arena (dalla presidenza della sottocommissione Diritti).