Regali principeschi e un fiume di denaro per “ripulire” l’immagine poco limpida del Qatar nel campo dei diritti umani.
Già diversi arresti e perquisizioni per la vicenda di corruzione e tangenti prontamente ribattezzata «Qatargate».
Si allarga quello che già viene chiamato «Qatargate». Per la magistratura belga Fight impunity, la Ong per la difesa dei diritti umani fondata nel 2019 dall’ex eurodeputato Antonio Panzeri non sarebbe altro che un «paravento» dietro il quale lo stesso Panzeri operava «manovrando» come un «capo» in maniera spregiudicata. Attraverso la Ong si sarebbe mosso per “ripulire” l’immagine del Qatar dalle accuse di non rispettare i diritti umani elargendo grosse somme di denaro e regali provenienti dall’Emirato del Golfo.
Doni principeschi che sarebbero finiti nelle mani di chi – politico o no – poteva condizionare le decisioni dell’assemblea a favore del Qatar in vista dell’imminente campionato mondiale di calcio. Quando sempre più si faceva largo l’idea che l’emirato del Golfo non era proprio un paradiso dei diritti umani e dei lavoratori.
Adesso le indagini starebbero allargandosi anche a Milano, alla rete italiana collegata a Panzeri e al suo patrimonio. Uno scandalo di mazzette e corruzione che ha già portato all’arresto – per associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio – dell’ex politico di Pd e poi di Articolo 1 Antonio Panzeri. In carcere sono finiti anche Eva Kaili, politica greca del Pasok nonché uno dei 14 vice presidenti del Parlamento europeo, il padre e il compagno di lei, il milanese Francesco Giorgi. Arrestato anche il segretario dell’ong No peace without justice Niccolò Figà Talamanca. Ai domiciliari sono finite invece la moglie e la figlia di Panzeri.
Nel Qatargate è finito anche Marc Tarabella, l’eurodeputato belga di origine italiana, perquisito sabato scorso nella sua abitazione davanti al presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, rientrata appositamente in tutta fretta da Malta.
La Procura di Milano ha fatto perquisire l’abitazione di Panzeri a Calusco D’Adda (Bergamo) dove la moglie e la figlia dell’ex europarlamentare sono ai domiciliari. Qui la Guardia di finanza ha trovato 17 mila euro in contanti. Soldi da sommare ai 600 mila già sequestrati a Panzeri quando è stato arrestato in un residence di Bruxelles. Tra contanti, immobili e conti correnti il patrimonio accumulato da Panzeri e dai suoi familiari appare difficilmente giustificabile coi dieci anni di pur sostanziosi emolumenti da parlamentare europeo. Le indagini della procura milanese dovranno far luce sui flussi di denaro provenienti dal Marocco e dal Qatar sotto forma di contanti e bonifici. Senza contare i 100 mila euro che si dice siano stati spesi per una vacanza di Natale e i regali trasferiti in Marocco.
Quanto a Eva Kaili, il suo arresto è legato a fermo del padre, bloccato dalla polizia a Bruxelles con 600 mila euro in un trolley mentre lasciava in fretta e furia il lussuoso hotel dove alloggiava. Per gli investigatori quel fiume di denaro sarebbe frutto delle tangenti intascate dalla figlia. Nell’abitazione della politica greca hanno trovato 150 mila euro in contanti insieme a molti regali di valore, tra oggetti e medaglie, di provenienza qatariota. Soldi e regali che hanno fatto scattare la «flagranza di reato che ha fatto decadere l’immunità parlamentare di Kaili, arrestata così dalla magistratura.
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