Pubblica foto sexy su Onlyfans: allontanata dipendente di Gardaland
L’azienda afferma “Siamo un parco per famiglie” e quel profilo su Onlyfans poteva metterli in difficoltà. I responsabili di Gardaland hanno deciso di non rinnovare il contratto di Ilaria Rimoldi, ma la ragazza guadagna molto bene grazie alla piattaforma per adulti.

L’azienda afferma “Siamo un parco per famiglie” e quel profilo su Onlyfans poteva metterli in difficoltà. I responsabili di Gardaland hanno deciso di non rinnovare il contratto di Ilaria Rimoldi, ma la ragazza guadagna molto bene grazie alla piattaforma per adulti.
Aveva dichiarato di guadagnare fino a 5mila euro al mese pubblicando le sue immagini sexy sulla piattaforma per adulti Onlyfans, con tanto di interviste sui giornali e foto del volto, ma la cosa non è piaciuta ai responsabili del parco divertimenti di Gardaland dove la donna era impiegata, che hanno deciso quindi di allontanarla.
E’ quanto accaduto a Ilaria Rimoldi, 25enne residente a Verona, che lavorava a Gardaland come responsabile accoglienza e gestione dei clienti del parco. Dopo la laurea in arredamento e design, era riuscita a ottenere un contratto a tempo determinato nel parco divertimenti dove ha lavorato nelle stagioni di apertura per due anni. Fino a oggi, quando hanno deciso di non rinnovarle il contratto.
“Il mio stipendio era di circa mille euro – ha spiegato la donna a un giornalista – e mi serviva un’entrata in più: tra affitto, auto, spesa e bollette, facevo fatica ad arrivare a fine-mese“. Quindi l’idea di aprire una pagina su Onlyfans dove ha pubblicato contenuti visibili a pagamento. Ma Ilaria specifica: “Io non pubblico foto di nudo, mi limito a condividere immagini sexy, in lingerie. Iscriversi al mio canale costa dieci dollari al mese”. Il profilo ottiene grande successo tanto che “Il primo mese ho guadagnato 600 euro, ma poi il numero delle persone che mi seguono è aumentato e a novembre sono arrivata a guadagnare 5mila euro” afferma la ragazza.
La cosa prima passa inosservata, ma alla fine arriva ai responsabili di Gardaland. “La voce si è sparsa – spiega ancora – è capitato che alcuni visitatori mi riconoscessero. E quest’estate sono stata convocata dalla direttrice del parco divertimenti e dal capo del personale. Mi hanno fatto presente che quella è una struttura per famiglie e che le mie foto su Onlyfans non si addicono all’immagine che il parco vuole dare all’esterno. Ho risposto che nel mio tempo libero faccio quel che voglio e non possono impedirmelo, ma che se volevano potevano alzarmi lo stipendio permettendomi di guadagnare la stessa cifra che mi garantisce quella mia seconda attività. Ovviamente hanno rifiutato“.
La donna non è stata quindi licenziata ma la scelta di non rinnovarle il contratto è dipesa comunque dalla sua seconda attività che, a loro dire, era in contrasto con quella della società. “Ogni pretesto serviva per mettermi in difficoltà: per esempio mi sono ritrovata con l’orario di lavoro che, all’improvviso, è stato quasi dimezzato” accusa però Ilaria. Una tensione che è arrivata fino alla scadenza del rapporto lavorativo il 27 novembre.
LA DIFESA DI GARDALAND
Da parte della società è arrivata la replica. “Gardaland riconosce e promuove l’importanza delle risorse umane all’interno dell’ambiente lavorativo e incentiva la creazione di rapporti di rispetto e collaborazione con e tra i propri dipendenti” affermano in una nota i responsabili, aggiungendo che “nell’ambito delle politiche aziendali si invitano i collaboratori, per le proprie attività digital, a evitare l’utilizzo improprio dei loghi o delle immagini di Gardaland non in linea con la vocazione familiare del Parco divertimenti“.
GIUSTA CAUSA
Gardaland aveva quindi la facoltà di scegliere di allontanare una dipendente per questa ragione? “Ci sono sentenze della Cassazione che legittimano il procedimento disciplinare nei confronti del lavoratore che, nel tempo libero, mette in atto condotte che si ripercuotono negativamente sull’immagine dell’azienda” sostiene Patrizia Gobat, coordinatrice regionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro. “Questo non significa che la persona non può utilizzare il proprio corpo come meglio crede ma deve sempre tenere a mente che le proprie attività private non devono mai, neppure indirettamente, essere associate all’azienda con la quale collabora nè devono compromettere il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente” conclude Gobat.