Scrivanie da collaboratori parlamentari, dipendenti di società di consulenza, assunzioni nei gruppi. Gli ex-parlamentari grillini che non potevano ricandidarsi sono in trattativa per posti di lavoro in politica con il M5S. Giuseppe Conte cerca di sistemare tutti coloro che sono rimasti fedeli al Movimento.
Davvero qualcuno pensava che i pentastellati che non si sono ripresentati alle elezioni per via della regola del secondo mandato sarebbero tornati alle loro precedenti attività, lasciando la politica come avevano promesso? Giuseppe Conte non si dimentica dei compagni d’armi e studia soluzioni per “piazzare” in posti strategici i vecchi esponenti del partito, garantendogli uno stipendio e una posizione almeno all’interno del Movimento 5 Stelle, in attesa di tempi migliori.
Si inizia dagli ortodossi grillini, ormai pentiti, ed ex-capigruppo Vito Crimi e Paola Taverna i quali sono stati assunti come dipendenti dei gruppi parlamentari M5S di Camera e Senato. Insieme a loro ci saranno anche Claudio Cominardi, ex-tesoriere del Movimento alla Camera, l’ex-ministra Fabiana Dadone, in trattativa con Conte anche lei nei gruppi, o dell’ex senatrice Laura Bottici, la quale probabilmente andrà a lavorare negli uffici della vice-presidente del Senato Mariolina Castellone.
Possiamo dire che sono in buona compagnia perché non mancheranno assunzioni anche per gli altri ex-parlamentari rimasti fedeli al modello inventato da Grillo e Casaleggio, del resto davanti alla sede del partito c’è la fila e bisogna accontentare tutti. Da qui nasce un’idea geniale: creare una società di consulenza per servizi che andrebbe a collaborare con i gruppi parlamentari, un modo per rientrare dalla finestra delle istituzioni e accaparrarsi un posticino in politica, oltre ovviamente a uno stipendio.
Si parla degli ex-deputati M5S Daniele Pesco, Gianluca Castaldi e Rossella Accoto i quali, non rieletti, potrebbero andare a fondare una società privata che sia di “supporto” alle attività del Movimento. La società servirebbe anche a sostenere i vecchi collaboratori e dipendenti grillini che hanno dovuto fare spazio nei gruppi parlamentari ai vari Crimi e Taverna, pur accontentandosi di uno stipendio decisamente inferiore.
C’è posto per tutti nella baracca, l’importante è far credere agli elettori di essere rimasti fedeli ai “principi del Movimento” non presentandosi per un terzo mandato, sebbene si sia rimasti tutti a succhiare dalle tette della politica. Conte sa che non può fare a meno di nessuno della vecchia guardia, la sua posizione di leader nasce proprio grazie al loro sostengo, lui che era un totale sconosciuto al mondo della politica (e se vogliamo dirla tutta anche al mondo accademico) prima di diventare miracolosamente Presidente del Consiglio per ben due governi con maggioranze diverse.
Sul quotidiano il Foglio hanno definito questa magnifica soluzione il reddito di cittadinanza parlamentare. Del resto i grillini conoscono bene cosa sia il miracolo: da avere zero esperienza, zero consenso e zero conoscenza delle dinamiche politiche e delle strutture parlamentari, si sono ritrovati in pochi anni parlamentari e addirittura membri del governo con stipendi che mai avrebbero sperato. Una cosa molto difficile a cui rinunciare nonostante le promesse elettorali.
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