Un tribunale neozelandese ordina di far operare un bambino di 6 mesi urgentemente bisognoso di un intervento salvavita al cuore.
I suoi genitori, convinti no vax, non volevano che ricevesse sangue da donatori vaccinati. Così è dovuto intervenire il giudice.
In Nuova Zelanda un bimbo di sei mesi, affetto da una grave patologia congenita al cuore, è stato messo sotto la tutela temporanea dell’Alta Corte. Il piccolo aveva bisogno di un’operazione salvavita. Ma i suoi genitori si sono opposti all’intervento, senza il quale il figlio non sarebbe potuto sopravvivere. Questo a meno di non avere la garanzia che avrebbe ricevuto sangue soltanto da donatori non vaccinati contro il Covid.
Mercoledì perciò è arrivata la sentenza con la quale il giudice Ian Gault ha stabilito che il piccolo resterà sotto la tutela del tribunale fino a quando non si sarà ripreso dal delicato intervento. Il tribunale ha anche nominato due medici dell’ospedale (lo Starship di Auckland) come agenti del bimbo per seguire le questioni legate all’operazione e alla trasfusione del sangue. Per tutte le altre questioni tutori del figlio rimarranno i suoi genitori.
Scontro tra genitori e medici
In tribunale si è arrivati data l’impossibilità di trovare un punto di incontro tra genitori e medici. Così a novembre il Servizio Sanitario neozelandese si è rivolto ai giudici. Per chiedere, sulla base del Care of Children Act, di nominare un medico per prendersi temporaneamente la tutela del bambino il tempo necessario per le cure mediche.
I due genitori no vax avevano fatto sapere, attraverso il loro legale, che non si sarebbero ribellati alla decisione del tribunale né avrebbero fatto ricorso. Questo per dare la priorità a «un momento pacifico con il loro bambino fino all’operazione e per sostenerlo durante l’operazione».
L’intervento
Il giorno dopo però il giudice è dovuto intervenire nuovamente. Per ordinare ai genitori di non ostacolare i medici che eseguivano gli esami del sangue e le altre rilevazioni preoperatorie. Ieri pomeriggio il piccolo infine ha subito l’operazione. Nel pomeriggio Sue Gray (avvocato della famiglia) ha reso noto all’emittente RNZ che il bambino, identificato solo come “Baby W”, era stato operato e che era in buone condizioni.
Il caso di “Baby W” ha riportato al centro dell’attenzione mediatica le polemiche sui vaccini e sulle campagne di inoculazione. I genitori di “Baby W”, afferma la sentenza, sono convinti infatti che ci siano «proteine di punta nel sangue delle persone che sono state vaccinate e che queste proteine stessero causando morti inaspettate legate alle trasfusioni».