Il leader di Azione ritiene inutili molte delle proposte della nuova legge di Bilancio e lamenta soprattutto carenze negli interventi sul Sistema Sanitario Nazionale. Ecco i numeri preoccupanti sulla situazione del personale negli ospedali italiani.
“Questa manovra non ha nulla sulla Sanità, questa manovra non ha nulla sui giovani, questa manovra non ha nulla sull’istruzione. Questa è una manovra che non ha nulla sulle cose fondamentali, le grandi malattie italiane. Quello che fa è usare questi provvedimenti su cui si scatena un dibattito inutile“. Lo afferma Carlo Calenda commentando la legge di Bilancio approvata dal Governo Meloni e che in questi giorni sarà al vaglio del Parlamento.
Il leader di Azione bolla anche la questione dell’innalzamento del contante a 10mila euro proposto da Salvini come “idiozie“. E poi “il provvedimento sul pos è antistorico perché in tutto il mondo viene usato per pagare. Lo fanno apposta così si chiacchiera su una ‘cacchiata’ e non si vedono le cose più importanti“.
La Sanità è il tema su cui preme maggiormente Calenda e di cui ha parlato anche negli scorsi giorni. “Quest’anno gli italiani si indebiteranno per curarsi: se una persona ha un tumore per curarsi dovrà pagare molti soldi di tasca propria” conclude il presidente di Azione.
E proprio in questi giorni arriva il nuovo allarme sulla mancanza di personale negli ospedali italiani. Secondo la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), in Italia ci sono 100mila medici pronti a lasciare il Servizio sanitario nazionale entro i prossimi 5 anni. Il disagio nasce da turni sempre più massacranti, strutture fatiscenti e mancanza di attrezzature adeguate a rispondere prontamente alle esigenze dei pazienti. “La scarsa attrattività del SSN– conferma il presidente della Fnomceo Filippo Anelli – potrebbe avere conseguenze drammatiche: se è vero che un medico su tre vuole abbandonare il Ssn, tra pensionamenti e dimissioni potremmo trovarci fra 5 anni con un ‘buco’ di 100mila medici“.
Il problema per i dottori, oltre che strutturale, è anche psicologico. Infatti sostiene Fnomceo in base a una ricerca condotta dall’Istituto Piepoli, la salute psicofisica dei medici è peggiorata con il 17% di questi affetto da stress in crescita e il 10% che ha avuto problemi di salute dovuti al carico di lavoro.
Già a oggi secondo le stime servirebbe un innesto nel SSN di almeno 20mila professionisti in camice bianco, ci cui 4.500 nei pronto soccorso, 10mila nei reparti ospedalieri e 6mila medici di medicina generale, senza contare che entro i prossimi 10 anni è previsto il pensionamento di circa 41mila medici tra dirigenti e medici di famiglia.
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