Una donna di 29 anni, madre, ha subìto un’aggressione di fronte ai suoi bambini, in quanto indossava il niqab, un velo che copre in toto il corpo, incluso il viso.
Una donna di 29 anni ha denunciato ai carabinieri un’aggressione che avrebbe subìto il 7 dicembre scorso a Marghera (Venezia). La donna vive a Mestre (Venezia) da 13 anni, e quando esce porta indosso il niqab, ossia un velo che le copre totalmente volto e corpo.
Come riporta Il Corriere della Sera, la donna ha raccontato di non riuscire a dormire a seguito dell’aggressione subita, «perché appena chiudo gli occhi rivivo l’aggressione. Mi fanno ancora male la testa e l’orecchio. Ma quello è il meno, la dottoressa mi ha dato delle gocce che mi fanno stare meglio. Il problema è che ora ho paura a uscire di casa e in famiglia non riesco a parlare di altro».
La donna si chiama Sanuara Sarder, ed è una mamma. Al momento dell’aggressione, era con i suoi bambini. L’8 dicembre, la 29enne si è recata dai carabinieri e ha portato con sé il referto medico del Pronto soccorso, che il giorno precedente l’aveva curata per essere stata assalita a Marghera. Sanuara Sarder spiega che era andata a far visita a sua cognata, e quando è andata via, si è trattenuta per qualche attimo con i bambini, per attendere il marito e il padre che tornassero. A quel punto, «mi sono accorta che due donne italiane, sui quarant’anni, mi guardavano, ridevano e dicevano ad alta voce: “Ma dove va quella mascherata come un fantasma? Gente come lei non dovrebbe essere in Italia”. Forse credevano che non capissi la loro lingua».
La donna, che ha frequentato a Mestre l’Istituto tecnico Zuccante, capisce molto bene la nostra lingua. La 29enne ha raccontato che le due donne le arrecavano offese, «usavano parole pesanti per via del niqab, più ascoltavo le ingiurie più mi montava la rabbia. Ma sono rimasta zitta, anche perché avevo i bambini. Quando è arrivato mio papà gli ho detto tutto e lui voleva difendermi, ma è ancora fragile per via di una caduta in cui si è rotto una gamba».
Nella denuncia della donna, si legge che l’uomo ha chiesto il perché delle suddette offese, e a quel punto si sarebbe sentito ribattere che «se la figlia voleva andare in giro vestita in quel modo, era meglio che rimanesse a casa». Infine, la donna dà una spinta al padre della 29enne e quando quest’ultima cerca di proteggerlo, la donna le si mette davanti e l’avrebbe provocata dicendole:«Toccami che ti faccio vedere io».
Lei non si sarebbe mossa e la donna le avrebbe dato un calcio alla gamba, dopoidiché la 29enne è caduta per terra. Era paralizzata dallo spavento, racconta nel verbale dei carabinieri, e poi la donna, sfruttando la posizione in cui la 29enne si trovava l’avrebbe colpita ancora, con violenza, dandole un pugno all’orecchio. Infine, le ha strappato via il velo, per poi farlo e pezzi e metterlo in tasca.
La donna racconta, infine, che «quello che fa male è che le persone che passavano non abbiano fatto niente per aiutare me e mio padre. Anzi, la portinaia del palazzo si è allontanata con la donna che mi aveva aggredito dandole ragione sul fatto che era colpa del velo se era accaduto tutto questo». La comunità bengalese (la donna proviene dal Bangladesh) si stringe attorno alla donna e promette che ci saranno proteste e manifestazioni.
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