Una telefonata mancata ha segnato la vita di un giovane per sempre. E oggi è il suo più grande rimpianto.
Chris Door aveva solo 20 anni quando suo padre si tolse la vita. Quel giorno, il cellulare di Chris squilla e sullo schermo appare il nome del suo papà. Ma lui sta lavorando e così sceglie di non rispondere, pensando che lo richiamerà più tardi.
Purtroppo, non immagina che non avrà più occasione di parlare con suo padre. Qualche ora dopo, riceve una telefonata choc in cui lo informano che suo padre si è suicidato. Al Daily Mail, Chris racconta che è stato proprio quel giorno che lui e i suoi familiari sono venuti a conoscenza del fatto che il padre aveva una forte depressione. Non lo avrebbero mai pensato. Il giovane spiega:«Ho passato la vita a chiedermi come sarebbe andata se avessi risposto a quella chiamata».
Oggi Chris di anni ne ha 30, e racconta che quella telefonata ha segnato la sua esistenza, perché tuttora, dopo dieci anni dal decesso del padre, si impegna per sensibilizzare le persone in merito a malattie mentali e depressione, per dare una mano a persone che soffrono di ciò di cui soffriva suo padre.
«Anche se ho accettato la morte di mio padre, il mio più grande rimpianto nella vita è non aver risposto a quella telefonata per potergli rire quanto lo amo e che lo avremmo aiutato a superare qualunque cosa stesse combattendo», ha detto il giovane.
La vicenda
Chris, quel giorno, avrebbe dovuto incontrare il padre, e quando ha terminato il suo turno si è messo in viaggio con fratello e fidanzata. Partiti da poco, il giovane riceve una nuova chiamata, ma stavolta qualcuno lo informava che il loro papà, era stato trovato senza vita a soli 44 anni. Una notizia che lo segna per sempre.
Chris, in quel periodo, non sapeva che il padre soffrisse di depressione, lo ha scoperto solo dopo, e anche che l’uomo aveva avuto problemi economici molto seri. Il padre era divorziato dalla madre del giovane e aveva sei figli a cui provvedere.
«Il giorno della sua morte, una gru aveva urtato la sua nuova macchina. Per mio padre, che era già al limite è stata la classica goccia che ha fatto trabboccare il vaso, ha scatenato una reazione a catena. Non saprò mai se l’aveva pianificato per un lungo periodo di tempo o se è stata una decisione “sul momento”», spiega ancora Chris.
Dopo il suo decesso, i figli hanno trovato degli appunti in cui l’uomo parlava di problemi e pensieri parassiti che aveva. Si era convinto che i figli sarebbero stati meglio senza di lui, e che uccidersi sarebbe stata la scelta migliore per i suoi familiari. Ecco perché oggi, Chris esorta a chiedere aiuto in situazioni come queste:«Se mio padre ne avesse parlato apertamente avremmo potuto aiutarlo, forse le cose sarebbero andate diversamente».