Un caso drammatico che aveva sconvolto l’opinione pubblica nel lontano 1957 ha finalmente avuto una svolta. L’identificazione del bimbo, ucciso e chiuso in uno scatolone è arrivata con 65 anni di ritardo.
Il bimbo ucciso ora ha un nome. Dopo piu’ di sei decenni, il caso “Boy in the Box” è arrivato ad una importante svolta.
La polizia ha dato un nome ad un bambino brutalmente assassinato e chiuso in uno scatolone il 25 febbraio del 1957. Un giallo che ha visto la sua soluzione, grazie all’esame del DNA, effettuato sul corpo della giovane vittima. La terribile vicenda ha avuto luogo negli Stati Uniti. Il corpo era stato rinvenuto in una zona boscosa nella zona nord-est di Filadelfia.
Secondo quanto riportato dalle indagini dell’epoca, il piccolo era stato trovato con il corpo martoriato dalle cicatrici, con i capelli tagliati in modo grossolano ed il corpo con evidenti segni di malnutrizione. Il bimbo aveva un’età stimata tra i 4 e i 6 anni e pesava solo 30 chili.
Risolto il giallo “Boy in the Box”: ora il bimbo ha un nome
La polizia di Filadelfia, in un comunicato stampa, ha dichiarato: “Nonostante i numerosi tentativi di identificare il piccolo nel corso degli anni, la sua identità è rimasta un mistero. Attraverso il lavoro investigativo e l’analisi del DNA, la polizia è finalmente stata in grado di dare un nome al bambino”. L’identità della giovane vittima, al momento, non sarà comunque resa nota.
La polizia sta ancora cercando il killer, si tratta infatti del piu’ antico omicidio irrisolto di Filadelfia. Sulla testa dell’omicida pende una taglia di 20mila dollari. Domani, otto dicembre, nel corso di una conferenza stampa, saranno resi noti ulteriori dettagli sull’indagine. Un giallo che ha visto coinvolti decine di investigatori nel corso di oltre sei decenni.
DNA research has led to a breakthrough in the 65-year-old case of the ‘Boy in the Box,’ Philadelphia PD’s oldest unsolved murder — here’s the latest
(warning: distressing themes) pic.twitter.com/WtgQFra5pD
— NowThis (@nowthisnews) December 7, 2022