Banca d’Italia critica le manovre, la replica del governo Meloni: “Prima gli interessi degli esercenti”. A Palazzo Chigi si ribadisce la linea politica proposta in campagna elettorale.
Accese le polemiche dopo le audizioni della Banca d’Italia sulle manovre del governo. Se da un lato la stessa premier Giorgia Meloni ha, attraverso i canali social, già risposto ad alcune delle critiche mosse dall’opinione pubblica e politica – in particolar modo a coloro che associano la possibilità di usare il contante come evasione fiscale – dall’altro le fonti di Palazzo Chigi hanno tenuto testa all’analisi tutt’altro che generosa di Fabrizio Balassone.
Nella sua relazione di ieri mattina, Balassone, che è a capo del servizio economico della Banca d’Italia, è stato ascoltato dalle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. Nel suo discorso ha affrontato tutti i salienti delle manovre del governo, soffermandosi soprattutto sull’aumento del tetto al contante e sull’abolizione dell’obbligo per gli esercenti di accettare i pagamenti con bancomat e la carta di credito per importi inferiori ai 60 euro.
Norme, quelle sul contante e sul Pos, bocciate da Banca d’Italia, con Balassone che ha argomentato le critiche proponendo studi in merito alla relazione tra il tetto ai pagamenti in contante da un lato, e la criminalità organizzata, l’economia sommersa e l’evasione fiscale dall’altro.
Anche per questo, nel suo intervento ha ulteriormente ricordato – come già proposto dall’Unione europea nelle Raccomandazioni del 2019 – l’importanza, al contrario, di potenziare i pagamenti elettronici obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti. Anche perché, ha poi ribadito, il Pnrr chiede la modernizzazione del Paese, oltre che il contrasto all’evasione fisale.
In aggiunta, Balassone ha poi sottolineato come tali misure fiscali in materia di accertamento, contenzioso e riscossione, possano risultare in realtà in interventi ad effetto negativo sul rispetto delle stesse norme tributarie. E ancora, Banca d’Italia ha poi espresso dubbi e perplessità sull’ampliamento della flat tax, sull’introduzione della flat tax incrementale, e sulla stretta al Reddito di cittadinanza – che rischierà, secondo Balassone, di provocare un aumento della povertà già alla fine del 2023.
Da Palazzo Chigi, però, non sono mancate le repliche a una simile analisi offerta da Banca d’Italia. In merito al tetto sul contante e all’obbligo di accettare pagamenti con il Pos, la risposta che è pervenuta dal governo è velata da un’accusa lanciata alla stessa Bankitalia. Essere “a sostegno della moneta elettronica”, che è “moneta privata”, non dovrebbe portare ad “escludere dal circuito il denaro contante, che è l’unica moneta a corso legale”, incalzano infatti dall’esecutivo.
Mentre, mitigando i toni già espressi dall’accusa di Fazzolari alla Banca d’Italia (additata di rappresentare gli interessi delle banche), l’esecutivo ha poi ribadito che, alla fine della fiera, “non c’è alcuna polemica o volontà di mettere in discussione l’autonomia della Banca d’Italia”, della quale piuttosto si “ribadisce pieno apprezzamento”. Del resto, il governo Meloni sta di fatto tenendo fede alle promesse fatte in campagna elettorale: mettere davanti “gli interessi degli esercenti” rispetto a quelli delle banche e degli intermediari finanziari.
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