A dare l’allerta in merito a questa eventualità sono i produttori, che affermano che con la crisi economica il prezzo sarebbe destinato a subire un ulteriore rincaro
Un litro di latte potrebbe vedere un aumento fino a 3 euro entro fine 2022. Il motivo? La crisi economica che, a detta dei produttori che hanno lanciato l’allerta, ha una forte influenza sui prezzi anche di prodotti basilari come latte e derivati.
Attualmente il prezzo di un litro di latte fresco di elevata qualità, sugli scaffali dei supermercati si aggira tra 1,50 e 2 euro, ma pare che questo prezzo sia destinato a subire un ulteriore aumento. Non solo latte, ma anche i suoi derivati. Il prezzo di formaggi, soia ecc. potrebbe aumentare così come accadrà per il latte.
Il fatto che gli alimenti stiano subendo un aumento generale, non è in realtà una novità per i consumatori, che hanno potuto ben vederlo negli ultimi tempi. L’Istat, nell’ottobre scorso, aveva calcolato un aumento dei prezzi annui per formaggi e latticini del +14,8%.
Ma non è tutto, perché a metà dello scorso mese, Unioncamere ha pubblicato altri dati, che anticipavano i rincari attesi, tra prodotto maggiormente acquistati dalla gente quali mozzarella, gorgonzola e provolone.
Nello specifico, il rincaro della mozzarella sarà del +19,8%, lo stracchino del +21,2%, il Gorgonzola del +16,3% e infine il provolone del +17,4%. Ma da quanto si apprende dalla Fiera internazionale della zootecnia a Cremona, le previsioni sarebbero ancora peggiori, con un aumento previsto, entro la fine di quest’anno, del 45% in più in 6 mesi: ciò significa che il prezzo di un litro di latte alla stalle costerà 0,60/0,70 euro.
Tale rincaro, si poterà dietro, come in un effetto domino, tutta la filiera e potrebbe raggiungere i suddetti 3 euro a litro al supermercato. Confagricoltura ha commentato tale situazione:«Siamo di fronte ad una congiuntura internazionale con ben pochi precedenti: il latte manca e il suo prezzo continua a salire. Sono aumentati enormemente i costi di produzione e gli allevatori reagiscono cercando di contenere i costi, ad esempio riducendo il mangime acquistato ed eliminando le vacche meno produttive e a fine carriera».
Ne consegue, quindi, minora disponibilità di latte vaccino il cui prezzo, quindi, cresce.
Oggigiorno, per via del conflitto in Ucraina e la crisi energetica, i sistemi produttivi sono andati in tilt per via del rincaro dei costi di luce e gas (molto importante per sterilizzare il latte) costringendo il Governo a dover emettere una serie di misure di riparo. Ma non è tutto, perché oltre al fattore economico, ad incidere è stato anche il lungo periodo di siccità in Europa che ha colpito la produzione di foraggi per animali.
Conseguenza è stato un aumento dei prezzi per alimentare gli animali: il mais ha un costo di 130 euro in più per tonnellata, la farina di soia ha una tariffa salita del 30% e il fieno costa il 60% in più.
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