Alla crisi energetica e al caro vita non si aggiunge, perlomeno, quella sul fronte dell’occupazione. Il lavoro in Italia sembra in salute.
Lo dicono i dati resi pubblici dall’Istat, i cui dati “premiano” il nostro Paese. La crescita è trainata dall’aumento dei dipendenti permanenti.
Numeri record per l’occupazione a ottobre. Lo sottolinea l’Istat, che segnala come rispetto a settembre si siano registrati 82 mila occupati in più. Su base annuale invece l’aumento tocca quota 496 mila occupati. La crescita dell’occupazione, spiega l’Istat, è dovuta all’aumento dei dipendenti permanenti, che risultano circa 18 milioni e 250 mila. Se paragonato a quello del mese precedente, il tasso di occupazione raggiunge quota 60,5%. È il valore record dal 1977, anno in cui è partita la serie storica. Di conseguenza calano anche le percentuali dei disoccupati (sceso al 7,8%) e degli inattivi (ora al 34,3%).
Più nel dettaglio, sottolinea l’istituto di statistica, nel mese di ottobre l’occupazione è cresciuta (+0,4%) per uomini e donne, per i dipendenti permanenti e per gli over 50. È data in diminuzione invece per le altre classi d’età, per i dipendenti a termine e per i lavoratori autonomi. Sale al 60,5%, record storico, il tasso di occupazione.
In calo il numero di persone che cercano un’occupazione (scese delle 0,4%, tradotto in cifre assolute significa -8mila persone rispetto al mese precedente di settembre). Un calo che si registra tra i maschi e in tutte le fasce d’età, salvo che tra i 25-34enni. Il tasso di disoccupazione complessivo arretra al 7,8% (-0,1 punti percentuali), quello giovanile scende al 23,9% (-0,2 punti).
Il calo delle persone inattive tra i 15 e i 64 anni (-0,5%, equivalente a -62mila unità) riguarda le donne, i 25-34enni e gli over 50. Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,2 punti).
Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero degli occupati è aumentato del 2,2%. A essere cresciuti sono gli occupati di ambo i sessi e in ogni classe d’età. Unica eccezione quella dei 35-49enni, a causa della dinamica demografica negativa. Il tasso di occupazione – che in totale è cresciuto di 1,5 punti – è in salita anche in questa fascia d’età (+1,1%) perché il caldo del numero delle persone occupate è meno corposo di quello della popolazione nel suo complesso. A confronto di un anno fa (ottobre 2021) si registra una diminuzione del numero di persone che cercano lavoro (-14,0%, pari a -321mila unità) e di quelle inattive tra 15 e 64 anni (-2,6%, pari a -336mila).
Se si confronta il trimestre agosto-ottobre 2022 col precedente (maggio-luglio), si osserva una sostanziale tenuta del numero di occupati. Una stabilità associata al calo delle persone in cerca di lavoro (-1,7%, pari a -34mila unità) e alla crescita degli inattivi (+0,1%, pari a +13mila unità).
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