Per due anni aveva concesso una sorta di “tregua”, arginata dai lockdown e dalle mascherine che tutti indossavano in chiave anti Covid.
Adesso però è tornata in forze e occorrerà imparare nuovamente a gestirla. Si tratta della comune influenza, andata in soffitta- o quasi – durante la pandemia e adesso tornata ad affacciarsi con prepotenza.
Dall’epidemiologo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute, giunge l’avvertimento: «Sarà una stagione a intensità molto alta, con un picco che potrebbe arrivare in anticipo». In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Rezza ha messo in guardia gli italiani avvisandoli di prepararsi a una stagione contrassegnata dall’influenza. Una stagione che potrebbe arrivare al suo picco anche prima del classico periodo dell’influenza (gennaio-febbraio).
Intanto però a parlare sono i dati. Che indicano un’incidenza dell’influenza in aumento. Nella settimana tra il 21 e il 28 novembre ha fatto un bel balzo, passando da 9,5 casi ogni 1.000 abitanti a 12,9. Da inizio stagione più di 2,5 milioni di italiani sono finiti a letto a causa del virus dell’influenza. Malgrado l’inverno sia appena cominciato, l’Italia già si colloca nella fascia di media intensità.
Balzo dell’influenza tra i più piccoli, ecco perché
Al quotidiano di Via Solferino Rezzo spiega come per i bimbi di età inferiore a 5 anni ci sia stata un’impennata di casi, passati dai 29,6 della settimana precedente ai 40,8 casi attuali. Questo perché i più piccini, quelli della fascia 0-2 anni, non hanno mai avuto la possibilità di contrarre questo tipo di virus, avendo passato a casa – e non a scuola – gli ultimi due inverni. Motivo per cui sono molto esposti a essere contagiati. Non si tratta comunque soltanto di virus influenzali: negli ultimi giorni sono stai isolati diversi virus che possono produrre sintomi simili, anche se prevalente risulta sempre quello influenzale.
La sintomatologia, per adulti e piccini, non cambia. In media dura 5 giorni, con presenza di febbre molto alta che sale velocemente, mal di gola, dolore alle ossa, raffreddore, inappetenza. Per l’esperto sono questi i sintomi che gli italiani perlopiù riscontreranno. Anche le cure sono le stesse: antipiretici per abbassare la temperatura, stare a riposo, bere molto, non prendere antibiotici se non li ha indicati il medico perché sospetta qualche complicazione batterica.
Utile per non prendere l’influenza può rivelarsi il vaccino. Nel 2020-2021 la campagna vaccinale contro l’influenza «era andata bene», ricorda Rezza. Poi il Covid ha monopolizzato l’attenzione e la copertura antinfluenzale negli over 65 è scesa dal 65% al 58%. La vaccinazione, ribadisce l’epidemiologo è da raccomandare prioritariamente «ad anziani, per i quali è preferibile la formulazione adiuvata, e fragili». C’è una soluzione anche per i più piccoli. Infatti i Paesi anglosassoni promuovono il vaccino per i bambini tra i sei mesi e i 2 anni di età. In Italia c’è un vaccino spray, indicato per i bimbi dai 2 ai 6 anni, che sostituisce l’inoculazione.