Le operazioni di recupero delle vittime della colata di fango sono molto complesse e rischiose per i vigili del fuoco.
A preparale prima è un gruppo di esperti di tomografia, dopo entrano in azione le squadre speciali Usar. Adesso è cosa contro il tempo per cercare di scansare il maltempo. Preoccupano le previsioni.
Lo hanno trovato da poco, in via Santa Barbara a Casamicciola: è il corpo senza vita di una donna. Con ogni probabilità è quello della 31enne Maria Teresa Arcamone, una delle due ultime disperse della frana dell’isola di Ischia. Questa mattina i ricercatori recuperato altri due corpi. Il primo lo hanno rintracciato in via Santa Barbara. Lo hanno individuato all’interno del giardino di una villetta ai piedi del serbatoio idrico dell’Acquedotto Campano. A poche decine di metri di distanza dal luogo in cui avevano trovato Eleonora Sirabella, la prima vittima confermata del disastro.
Il secondo corpo rinvenuto dai soccorritori si trovava sopra la casa dove da i ieri i vigili ispezionavano i solai per cercare i genitori dei tre fratellini recuperati nei giorni scorsi. Un’operazione molto delicate e difficoltosa quella coordinata dalle squadre speciali dei Vigili del Fuoco.
Il corpo di Impagliazzo – per fare un esempio – lo hanno recuperato in via Santa Barbara. SI trovava all’interno di un’abitazione abbandonata dopo il terremoto del 2017. Era molto distante dalla casa che condivideva con Eleonora. Solo grazie a una intuizione i soccorritori sono riusciti a rintracciarlo lì, a 300 metri di distanza dal luogo dove si pensava potesse trovarsi.
«Sono operazioni di ricerca molto, molto complesse che vanno avanti da sabato mattina», spiega al Corriere della sera Luca Cari, capo della comunicazione dei Vigili del Fuoco. Basti pensare che cli uomini delle squadre speciali hanno dovuto calarsi a testa in giù, per lunghi tratti. «Il tetto era collassato sul pavimento — fa presente Cari — abbiamo lavorato fin dall’inizio prima con i nostri esperti di tomografia applicata al soccorso, con i droni che hanno mappato l’area di via Celario. L’immagine realizzata è stata sovrapposta con quella preesistente della frana, e abbiamo visto che mancavano dalla posizione una decina di abitazioni. Lì ci siamo concentrati sulle ricerche, e su le nostre squadre Usar (Urban Search And Rescue, ndr) si sono concentrate proprio su una decina di case che sono state travolte e distrutte dell’onda di piena».
Ma individuare le abitazioni è soltanto la prima operazione dei vigili del fuoco. «Su solai compattati — continua Cari — sono stati praticati dei fori, attraverso cui i nostri uomini si sono calati dentro per verificare gli spazi».
Il problema adesso è fare in fretta per evitare la nuova ondata di maltempo. Le piogge infatti potrebbero limitare di molto le operazioni di ricerca.
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