A oltre 24 anni di distanza dal disastro che causò la morte di 137 persone la Corte di Cassazione condanna il Comune al risarcimento.
Una sentenza a suo modo storica arrivata proprio nei giorni della tragedia di Ischia.
In questi giorni le cronache sono – giustamente – monopolizzate dalla tragedia della frana di Casamicciola. Purtroppo non l’unica strage provocata da una frana. Proprio una sentenza della Corte di Cassazione (depositata il 29 novembre scorso) riaccende i riflettori sul terribile disastro di Sarno, dove una gigantesca franca causò la morte di 137 persone nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1998.
Bene, a più di 24 anni da quel disastro la Cassazione ha stabilito che il Comune campano dovrà risarcire le vittime rimaste sepolte sotto la colata di fango. Lo Stato ha dunque accolto il ricorso incidentale della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Interno rivalendosi contro il Comune per i risarcimenti pagati alle pari civili, anche in mancanza di atti autoritativi da parte del sindaco. Si tratta di una sentenza in un certo senso storica, arrivata proprio nel momento della frana caduta su Ischia.
Per la Corte di Cassazione infatti la pubblica amministrazione è considerata direttamente responsabile «anche per il fatto, penalmente illecito, commesso dal sindaco non attraverso un atto autoritativo ma con una omissione». Nella fattispecie, il mancato ordine di evacuazione di Sarno da parte del primo cittadino di allora, l’ingegnere Gerardo Basile, condannato con sentenza definitiva a cinque anni di reclusione nel 2013. Una condanna per disastro colposo arrivata dopo cinque processi a quasi quindici anni di distanza da quei terribili fatti.
Cosa cambia con la sentenza della Cassazione
Peraltro sulla responsabilità dei sindaci è scoppiata una polemica nei giorni scorsi dopo le parole del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che ha auspicato il carcere per i sindaci. In pratica, dopo la condanna penale lo Stato – che aveva risarcito le vittime – si era rivalso contro il Comune. Ma nelle due sentenze precedenti i giudici avevano sempre bocciato la rivalsa statale. Adesso la Suprema Corte rovescia quelle decisioni e attribuisce alla pubblica amministrazione una responsabilità diretta anche in caso di omissione. Come il mancato ordine di evacuare Sarno.
Una decisione storica
Precedentemente tanto il Tribunale quanto la Corte di Appello avevano respinto l’azione di regresso dello Stato verso il Comune. Per loro solo il sindaco Basile andava considerato responsabile diretto del disastro. Mentre il Comune, in sostanza, non c’entrava niente coi risarcimenti. Una decisione bocciata dalla Terza sezione civile, per la quale il disastro colposo contestato all’allora primo cittadino non va considerato un’attività «meramente materiale ed estranea ai compiti istituzionali, tale da essere legata da un nesso di occasionalità necessaria con le funzioni o poteri esercitati, ma è istituzionale nel senso di estrinsecazione di pubblicistiche e istituzionali potestà».
Vale a dire che l’omissione da parte del sindaco coinvolge anche il Comune. Che dovrà dunque risarcire a sua volta.