I bombardamenti di Mosca hanno quasi semidistrutto la rete energetica dell’Ucraina. Che si prepara a affrontare i rigori dell’inverno nel pieno della guerra.
I partner della Nato pensano a come supportare Kiev anche sul piano dei rifornimenti energetici. Senza dimenticare gli aiuti su quello militare.
Dopo la campagna di bombardamenti russi a tappeto sul suolo ucraino la coalizione occidentale corre in aiuto di Kiev. Stavolta la preoccupazione – assieme a quella di fornire nuovi armamenti – è anche quella di tamponare l’emergenza elettricità causata dalle devastazioni sistematiche delle infrastrutture energetiche ucraine.
Lo hanno deciso i ministri degli Esteri della Nato. Riuniti a Bucarest, hanno approntato nella capitale rumena un piano di aiuti che possa consentire a Kiev di affrontare le conseguenze del colpo messo a segno dai russi, che hanno messo fuori uso il 40% della rete energetica ucraina. Costringendo così milioni di civili ad affrontare condizioni durissime, senza acqua e elettricità.
Gli alleati della coalizione filoucraina hanno deciso di agire in diversi punti. In primo luogo verranno spediti dei generatori: da parte di Francia e Germania ne arriveranno 100 a testa, altri 200 li manderanno gli americani, altri arriveranno dagli alleati occidentali. Non mancheranno anche i componenti indispensabili, come i trasformatori. Insieme alle forniture da parte dei singoli Stati verranno promossi gli acquisti di componenti sul mercato civile.
Insieme al supporto tecnico ci saranno anche gli aiuti economici. Gli Usa hanno annunciato 53 milioni di finanziamenti diretti a Kiev. Ma ovviamente la Nato pensa poi anche a nuovi aiuti sul piano degli armamenti, con nuovi “pacchetti” di munizioni e sistemi anti-aereo. Il summit in Romana arriva infatti dopo una fase del conflitto caratterizza da una certa stretta sulle forniture di materiale bellico all’Ucraina. Ma si continua a sparare. E tanto.
Nel frattempo da Zelensky è arrivato un monito: il Cremlino potrebbe avviare una nuova ondata di attacchi missilistici e coi droni. Lo farebbero pensare le segnalazioni di concentramenti di bombardieri strategici. Nel Mar Nero poi si stanno muovendo unità munite di cruise Kalibr. I piani di Mosca sono abbastanza palesi ormai: mobilitare il «Generale Inverno» per mettere in difficoltà la popolazione civile – magari portando a nuovi esodi di profughi – e fare così pressione sul governo di Kiev.
Tanto più che in questi giorni è balzata agli onori delle cronache una polemica verbale tra il presidente ucraino Zelensky e il sindaco di Kiev, l’ex campione di pugilato Vitali Klitschko. Il capo di stato ha accusato il primo cittadino della capitale ucraina di non aver fatto abbastanza per ripristinare l’energia elettrica in città.
Su frizioni come queste Mosca punta per spezzare il fronte interno ucraino facendo leva sulla terribile «arma del gelo».
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