Il ministro della Difesa replica alle critiche di Conte sull’invio di armi in Ucraina da parte dell’Italia, sostenendo che sia una scelta già approvata dalla maggioranza di cui faceva parte il Movimento 5 Stelle.
“Il governo sta dando esecuzione ai decreti presi dal precedente esecutivo il cui principale esponente era il partito di Giuseppe Conte“. E’ questa la risposta del ministro della Difesa Guido Crosetto alle critiche sollevate dal leader del Movimento 5 Stelle sull’emendamento dei relatori che ha dato la copertura giuridica all’invio da parte dell’Italia di armi all’Ucraina anche per il 2023.
“Conte dice che il nostro è un governo guerrafondaio? – chiede il ministro a margine dell’assemblea generale ALIS e Stati Generali del trasporto e della Logistica -. Il governo sta dando esecuzione a cinque decreti presi da un precedente governo, nel quale il principale partito era il partito di Conte, quindi fino a oggi tutto quello che è partito dall’Italia e partirà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dall’Italia e sarà consegnato all’Ucraina sarà fatto in esecuzione di scelte fatte dal precedente governo” specifica Crosetto. “Per cui ogni cosa che succede adesso che viene criticata da Conte dovrebbe rivolgerla a se stesso“.
Conte aveva accusato l’esecutivo riguardo al rinnovo dell’invio di armi in Ucraina, scelta che effettivamente era stata perorata quando il M5S era in maggioranza nella scorsa legislatura. Ma dalle poltrone di Montecitorio l’ex-presidente del Consiglio aveva attaccato “Se il governo vuole perorare una linea guerrafondaia ‘armi a oltranza e zero negoziati’ venga in Aula a dirlo, a metterci la faccia davanti agli italiani e a far votare il Parlamento“.
La proposta prevede di estendere fino al 31 dicembre del 2023 le norme sull’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina approvate dal governo Draghi e in scadenza alla fine dell’anno. Una scelta contestata ma necessaria se l’Italia sceglie di aiutare il Paese nella guerra di invasione contro la Russia di Vladimir Putin
“Il governo non si è mai nascosto. Anzi, c’è la volontà di parlare chiaramente al Parlamento“ ha precisato al riguardo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, in replica alle critiche sul fatto che il documento non sia stato votato in Parlamento. Difende poi Guido Crosetto dicendo che il ministro “ha più volte affermato la sua totale disponibilità a riferire alle Camere, come prevede la legge“.
“Se le opposizioni garantiscono che ci sarà la conversione entro il 31 dicembre, il governo, su proposta del ministro Crosetto, prenderà in considerazione l’ipotesi di fare un decreto ad hoc” continua Cipriani. “Valutiamo la percorribilità di questa strada. Ma se c’è la volontà di tutti, credo che si possa fare“.
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