Condannato a un anno “Zeno”, ideatore cortei ‘no green pass’ a Milano

Ha patteggiato un anno il tatuatore G. Molgora, soprannominato “Zeno”, per l’accusa di istigazione a delinquere aggravata da mezzo telematico 

Ha patteggiato un anno, con pena sospesa, G.Molgora, soprannominato “Zeno”, 29enne accusato di istigazione a delinquere aggravata da mezzo telematico e ricettazione per aver ideato cortei e presidi “No Green Pass” e “No Vax”.  Per 18 sabati di seguito, tra il 2020 e l’anno scorso, le suddette manifestazioni hanno bloccato Milano.

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Il patteggiamento è arrivato di concerto tra la difesa del ragazzo e il pm Enrico Pavone, che fa parte del team anti terrorismo di Milano, approvato dal gup Angela Laura Minerva. Molgora, che nella vita fa il tatuatore, secondo quanto avevano riportato i pm «è da considerarsi senza ombra di dubbio uno dei protagonisti delle proteste in atto, in grado di condizionare le scelte degli attivisti, grazie all’intensa attività di proselitismo ed incitamento allo svolgimento di iniziative illegali».

Nelle chat “no vax” il ragazzo aveva anche lanciato un appello per raccogliere fondi per «pagare gli avvocati» e per le spese di casa in quanto sul suo conto aveva soltanto «1,64 euro». Nel novembre 2021, i poliziotti della questura di Milano lo avevano perquisito. Dall’esame del suo cellulare, i poliziotti avevano scoperto che il giovane aveva inviato tramite chat Telegram dei file in cui c’erano 1000 green pass intestati ad altre persone.

Il ragazzo aveva confessato di averli scaricati dal web e poi inviati in modo gratuito a più utenti che poteva. E da qui è nata l’accusa di ricettazione a suo carico. Durante i cortei, il giovane indossava una maglietta con su scritto il logo del movimento «no green pass», e lo avevano già denunciato e sottoposto a Daspo urbano, ergo non aveva più preso parte alle manifestazioni del sabato.

Durante la perquisizione in casa sua, gli investigatori avevano sequestrato un’accetta e un coltello detto “survival”, ossia un genere preciso di lame militari, da caccia, trovati dentro uno zaino contenente tutta una serie di kit di sopravvivenza. Sempre nella perquisizione, gli inquirenti hanno trovato anche un tirapugni e per cautela, hanno ritirato due armi, che Molgora deteneva in modo regolare, dato che aveva licenza di porto d’armi a uso sportivo.

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