Ieri in serata si sono concluse le operazioni di recupero dei resti del corpo presumibilmente appartenente a Saman Abbas.
Toccherà all’autopsia stabilirlo con certezza. Aperto un nuovo fascicolo d’indagine su eventuali complicità nel delitto.
Poco dopo le 21 di ieri sera sono stati estratti i resti di quello che si presume essere il corpo di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nel maggio 2021. Il corpo della ragazza ammazzata per aver rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan è stato recuperato all’interno di un capannone abbandonato a poche centinaia di metri di distanza dal casolare dove viveva la famiglia Abbas.
La salma era interrata a circa tre metri di profondità sotto uno strato fatto di macerie e detriti. Ci è voluta una lunga giornata di lavoro per riportare alla luce, dalla tomba improvvisata dove è rimasto sepolto per un anno e mezzo, il cadavere della 18enne pakistana. Una lentezza giustificata dallo scavo attento a conservare ogni potenziale traccia. Da qui la preoccupazione di non danneggiare il corpo di Saman.
A dare indicazioni per recuperare il cadavere nel casolare diroccato in Strada Reatino di Novellara è stato, a quanto sembra, lo zio di Saman, Danish Hasnain. Gli scavi hanno portato alla luce anche alcuni oggetti che saranno sottoposti ad analisti da parte del Ris. Dalle macerie sono emersi due bottiglie, un mozzicone di sigaretta, pezzi di tessuto.
Usato uno speciale escavatore
Per riportare il corpo in superficie senza danneggiare i resti gli investigatori hanno impiegato un escavatore speciale con una larga lastra. Successivamente si è caricato il cadavere su un furgone della Croce Verde e infine trasportato al laboratorio Labanof di Milano, diretto dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo. L’autopsia stabilirà con certezza se il corpo recuperato ieri sia quello della giovane.
Un lavoro non solo lungo, ma anche straziante quello di ieri per carabinieri e vigili del fuoco, impegnati a spostare erbacce e macerie man mano che procedevano nelle operazioni di recupero del corpo.
Per l’omicidio di Saman sono finiti già a processo cinque parenti: i due genitori, uno zio e due cugini. L’udienza è fissata a febbraio. Di recente è stato arrestato in Pakistan il padre di Saman, Shabbar Abbas. Ancora latitante invece la madre della ragazza, Nazia Shaheen. Da tempo lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq sono in carcere in Italia. Sul caso la Procura di Reggio Emilia ha aperto nel frattempo un nuovo fascicolo d’indagine, attualmente a carico di ignoti. Potrebbe servire per approfondire eventuali complicità nel delitto, anche sulla base di quanto emergerà dalle operazioni di recupero del corpo di Saman Abbas.