Case distrutte e vite spezzate: questa è Ischia oggi dopo la tragedia. Ma il pericolo non è finito, c’è allarme per nuove piogge che potrebbero arrivare nelle prossime ore.
Si spala nel fango per riportare le case alla luce mentre i soccorritori cercano ancora i dispersi nella speranza che siano vivi. Oltre alla tragedia i residenti devono fare i conti con la distruzione delle proprie abitazioni, cercando come possono di liberare dall’enorme quantità di detriti e acqua le stanze, gli ingressi e le vie nel tentativo di tornare a una sorta di normalità.
Pale, scope, piccoli scavatori, secchi e tanta fatica: tutto quanto è utile a cercare di togliere il fango e recuperare i propri spazi mentre attorno vibrano le macchine per il soccorso. Scuole chiuse e stato di emergenza sull’isola. Sono 4 i feriti e 230 gli sfollati, i morti accertati sono 8, proprio stamattina l’ultimo corpo è stato rinvenuto: si tratta di un ragazzo di appena 16 anni. Ieri sono stati rinvenuti i corpi dei due fratellini Francesco e Maria Teresa, la madre Valentina Castagna e il padre Gianluca Monti sono tuttora nella lista dei dispersi e ogni ora che passa affievolisce le speranze di trovarli vivi.
Per Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile, “Rabbia e dolore per quanto accaduto, anche perché queste immagini ci portano periodicamente alla fragilità del territorio che noi denunciamo da sempre. Il nostro territorio è una perla del Mediterraneo ma ha delle criticità che sono evidenti. Oggi parliamo del rischio idrogeologico, in passato abbiamo parlato e in futuro parleremo del rischio sismico e periodicamente facciamo i conti un paese che non riesce a fare della prevenzione un punto direi culturale e poi in realtà operativo“. Lo Stato ha stanziati 2 milioni di euro per i primi interventi immediati, ma molto ancora ci sarà da fare per riportare la situazione alla normalità.
La paura però è che non sia ancora finita, domani e mercoledì c’è un nuovo allerta meteo su Ischia con il rischio di nuove e pensanti piogge. A causare le forti precipitazioni è la temperatura più elevata del mare e la particolare conformazione della perturbazione. Per Leonardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, “Normalmente a novembre le perturbazioni autunnali atlantiche colpiscono il Nord: questa volta, la presenza dell’alta pressione sulla Spagna l’ha fatta scivolare verso Sud“.