Ventenne finisce in Pronto soccorso con febbre a 40 per meningite

Un ragazzo di 20 anni ha manifestato sintomi quali nausea, vomito e mal di testa. Lo hanno ricoverato all’ospedale di Padova in terapia intensiva 

Nausea, vomito, mal di testa. Questi i sintomi accusati da un giovane di vent’anni finito in pronto soccorso a Padova e ora ricoverato nel reparto di terapia intensiva, per meningite.

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Il giovane, che abita e lavora in un comune della provincia veneta, ha manifestato i primi sintomi di meningite domenica scorsa. All’inizio si era pensato che fossero sintomi influenzali, ma poi si è compreso che la cosa era ben più grave del previsto.

Sintomi

Nella mattinata di domenica, il giovane ha cominciato ad avvertire nausea, mal di testa e vomito, con febbre elevata. Nel pomeriggio di domenica, le condizioni del giovane non hanno visto alcun miglioramento nonostante avesse assunto un medicinale antinfiammatorio per ridurre la febbre. Infatti, i sintomi non solo hanno continuato a persistere, ma poi c’è stato un aggravamento delle condizioni del ragazzo.

A quel punto, visto che la sintomatologia non accennava ad attenuarsi, il mattino dopo si è deciso di contattare il 118. L’ambulanza è quindi giunta a casa e ha trasportato il ragazzo all’ospedale di Padova, con una certa urgenza. Il ragazzo aveva la febbre a 40 e il suo era uno stato soporoso, con funzioni sensoriali a un livello basso.

Una volta ricoverato, lo hanno portato in terapia intensiva, dove hanno effettuato tutte le cure necessarie a un caso come il suo, con analisi che hanno dato conferma di ciò che si sospettava, ovvero che ci si trovasse di fronte a un caso di meningite da Meningococco.

I medici hanno quindi intubato il 20enne, gli hanno dato sedativi, e lo hanno stabilizzato. Una volta appurato che si trattasse di un’infezione con potenziale trasmissibilità, sono stati avvertiti i contatti del giovane, a partire dai membri della sua famiglia, alle persone che lavorano con lui, nonché i suoi amici. In questo caso si adotta la profilassi, ovvero una terapia antibiotica che viene assegnata a chi ha avuto contatti con il ragazzo, e per ora non sono venuti fuori nuovi casi. Negli ultimi giorni, nel nosocomio padovano ci sono stati anche casi di meningoencefalite, in due piccoli pazienti.

 

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