Il Pd ha dato vita ieri a un comitato di 100 personalità che avrà il compito di scrivere un manifesto dei valori.
Si tratta di una sorta di perimetro identitario in vista del congresso che dovrà, tra le altre cose, nominare un nuovo segretario nazionale.
Quale idea ha Stefano Bonaccini, il fresco – e autorevole – candidato alla segreteria del Partito democratico, del Pd del futuro? Alla domanda rivoltagli da un cronista, il presidente della Regione Emilia-Romagna ha risposto: “Discuteremo con le persone che sono state scelte ieri”, esordisce Bonaccini. Poi aggiunge: “La cosa che mi pare più utile e giusta da dire al Paese è che è bene che cominciamo a discutere di contenuti, di argomenti, di quale sia per ognuno di noi che si candiderà l’idea di Partito democratico, quale identità dare al Pd”.
Così Stefano Bonaccini a margine del Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato da Coldiretti-Ambrosetti, a Villa Miani a Roma.
Una questione quella dell’identità che appare di primaria importanza per Bonaccini. L’identità, spiega, “viene ancora prima delle alleanze”. Il rapporto semmai è invertito: “Anzi, mi pare che le alleanze siano una conseguenza dell’identità che ti dai e dell’idea di Paese che hai”.
C’è poi la questione dei tempi per arrivare al congresso. Il governatore dell’Emilia-Romagna chiede soprattutto di “accelerare, perché credo che i cittadini non capiscano fino in fondo quanti mesi ci mettiamo per scegliere un nuovo gruppo dirigente”.
Bonaccini: i dem tornino a sintonizzarsi col Paese
Al tempo stesso, aggiunge, va valorizzato il fatto che il Pd è ormai l’unica forza politica “che chiama un bel po’ di gente a scegliere chi vuole che guidi una forza politica alla quale magari si è iscritti o della quale si è elettori”. Per Bonaccini questo “è un principio democratico da difendere”. Anzi, è un principio che “andrebbe valorizzato” per evitare che a scegliere la dirigenza del partito sia, come spesso accade, una ristretta élite.
Ciò detto, prosegue Bonaccini, la cosa più importante per i dem è quella di “tornare a mettersi in sintonia con gli italiani”. La sua convinzione è che, in generale, del Pd ci sia bisogno per almeno due ordini di motivi: il primo è il “contributo alla qualità della democrazia”. Il secondo motivo è che “fa bene anche a chi governa avere delle opposizioni in salute”.
Il candidato alla segreteria dem ribadisce poi la sua idea di un Partito democratico come “grande forza di centrosinistra, riformista, progressista”. E ripete di volersi spendere per evitare di delegare, da un lato, la rappresentanza della sinistra al Movimento Cinque Stelle e, dall’altro, quella dei moderati al Terzo Polo.
Infine Bonaccini conclude con un invito: “Parliamo meno di nomi e cognomi e proviamo a parlare un po’ più di contenuti. Io ho fiducia che questo possa accadere”