Dagli esami autoptici dei tre cadaveri delle donne cinesi assassinate a Roma, è emerso che il killer le ha colpite con una serie di fendenti a schiena, torace, collo, testa. Le due donne cinesi hanno lottato fino all’ultimo contro il loro assassino
Una violenza “esagerata”. Così è stato definito il massacro compiuto in zona Prati, a Roma, nei confronti di tre donne, due cinesi e una colombiana, omicidi per i quali è attualmente in carcere Giandavide De Pau, 51 anni.
Due delle donne uccise sono state assalite durante i rapporti sessuali, mentre una terza donna è stata assassinata in un seminterrato in via Durazzo, conosciuto per essere teatro di incontri di sesso a pagamento. L’esame autoptico sui cadaveri si è svolto all’Istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli.
I medici legali hanno posto l’accento sulla violenza inaudita con cui sono state massacrate le due donne cinesi, Li Yanrong, 55 anni e Yang Yun Xiu, 45 anni, e infine Martha Castano Torres, 65 anni, dal presunto assassino Giandavide De Pau.
Su questo caso, tuttavia, ci sono diversi punti da chiarire, a partire dai complici che l’uomo potrebbe aver avuto durante la sua latitanza, durata molto poco e finita all’alba del 19 novembre scorso, quando il 51enne è stato arrestato a casa di sua sorella e della madre.
Da quanto sarebbe venuto fuori dalle autopsie eseguite sui corpi delle donne uccise, pare che le due donne cinesi abbiano combattuto fino all’ultimo per non morire. L’assassino le ha colpite con una violenza sfrenata con una serie di coltellate a schiena, testa, collo, torace, addome. Una delle due donne è anche riuscita a raggiungere il pianerottolo, per cercare di chiedere soccorso, ma non ce l’ha fatta, ed è lì che è deceduta.
Non è escluso, tra l’altro, che altrimenti il killer sarebbe scappato senza essere disturbato e l’allerta sarebbe partita diverse ore dopo. Quello che bisogna appurare, adesso, è se l’arma usata per commettere gli omicidi sia la stessa. Negli ultimi giorni, il fermo dell’uomo ha avuto convalida. Nuovi particolari erano emersi da un video trovato sul suo telefonino, lasciato dall’uomo nell’abitazione delle due donne cinesi uccise. Gli investigatori, intanto, stanno cercando di accertare se i tre delitti siano stati premeditati.
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