Lavoro, il ministro Calderone: «Reddito di cittadinanza? Serve una riforma organica. Sul taglio del costo del lavoro solo un primo passo»

Il tema del lavoro è uno dei più importanti banchi di prova per il governo di Giorgia Meloni.

Il nuovo ministro del lavoro Marina Calderone parla delle questioni più calde del momento in una intervista col Corriere della sera.

Marina Calderone, ministro del lavoro e delle politiche sociali – Meteoweek

C’è molta attesa per l’operato del nuovo ministro del Lavoro del governo Meloni: Marina Calderone, a lungo (quasi 20 anni) alla presidenza nazionale dei consulenti del lavoro. In una intervista rilasciata al Corriere della sera la neoministra ha toccato il tema del reddito di cittadinanza, che per i cosiddetti ‘occupabili’ verrà cancellato nel 2024 e limitato già dal prossimo anno. Una decisione che ha provocato un’alzata di scudi da parte delle principali forze di opposizione (M5s e Pd).

La ministra ribadisce l’obiettivo del governo: procedere per gradi. L’esecutivo, spiega, «non ha intenzione di dimenticare chi ha necessità di un sostegno economico». Lo ha detto, fa osservare, anche il premier Meloni nel presentare la manovra di bilancio. La soluzione ponte sul 2023 si muove in questa direzione: «intervenire subito sugli occupabili per portarli a rientrare nel mondo del lavoro mentre si lavora a una riforma organica delle politiche attive e dei centri per l’impiego, riformulando nel contempo le misure di lotta alla povertà».

E cosa succederà ai sussidi di chi ha in famiglia disabili, minori e anziani di cui occuparsi e che rendono difficile trovare un impiego? Per loro, sottolinea il ministro Calderone, «non cambierà nulla per il 2023 e si troveranno strumenti idonei dal 2024».

Sul cuneo fiscale solo una prima risposta

Il Corriere ricorda come la neoministra abbia sempre indicato nel taglio del costo del lavoro la via maestra per rilanciare l’occupazione. Ma gli ultimi interventi sul cuneo fiscale appaiono poco incisivi a questo riguardo.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali riconosce che «non possiamo ritenere sufficienti le misure inserite nell’attuale manovra di bilancio». Si è fatto, tiene a precisare, «il massimo ottenibile alle condizioni attuali». Gli interventi in manovra, precisa, «vanno visti come passi in avvicinamento agli impegni di legislatura, cioè il taglio del cuneo fiscale e contributivo entro il 5%».

Misure come l’intervento per estendere a tutto il 2023 lo sgravio a carico del lavoratore subordinato, i bonus per le assunzioni under 36 e per le donne svantaggiate, così come la flat tax al 5% per premi di lavoro straordinario rappresentano, dice Calderone, «una prima risposta». Troppo poco il tempo (un mese di vita) a disposizione del nuovo governo per «far arrivare ai lavoratori risorse pari a circa una mensilità in più». In futuro l’esecutvo, si impegna la ministra del lavoro, avrà modo di lavorare ancora su questo aspetto.

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