In conferenza stampa il capo del governo commenta una legge di bilancio frutto di scelte politiche e non meramente “tecniche”.
Giorgia Meloni ha anche illustrato lo spirito della legge: scritta come si scriverebbe un bilancio familiare, ha detto.
«Sono molto soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto con questa manovra finanziaria», dice la premier Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa sulla manovra economica del governo. Una soddisfazione che si giustifica per due ragioni fondamentali, aggiunge il capo del governo. La prima ragione sta nel fatto, spiega Meloni, di aver scritto una legge di bilancio che «non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa delle scelte politiche».
Il primo ministro rivendica anche la celerità dell’azione del governo, capace di scrivere e presentare in appena un mese dal giuramento una legge finanziaria, «una manovra che ricalca e racconta di una visione politica».
La stesura della manovra, sottolinea Meloni, ha seguito poi l’approccio che si seguirebbe se si dovesse stendere «un bilancio familiare». Vale a dire che, più che preoccuparsi del consenso quando c’è carenza di risorse, ci si preoccupa di come «far crescere la famiglia nel migliore dei modi». L’esecutivo perciò è partito dalle cose «utili» e da quelle «irrinunciabili». Dopodiché, aggiunge il premier, «si fanno delle scelte e ci si assume la responsabilità di quelle scelte».
Il presidente del consiglio, dopo aver illustrato lo spirito della legge di bilancio, ha ribadito che la manovra è «figlia di scelte politiche, com’era ed è giusto che fosse per un governo che politico è». Dopo aver «deciso quali erano le nostre priorità, abbiamo concentrato le risorse su quelle priorità». Una manovra che la premier fa sapere di considerare «coraggiosa» (perché «scommette sul futuro») e «coerente» con gli impegni che la maggioranza si è assunta col popolo italiano.
Le due grandi priorità del governo sono da un lato la «crescita» e dall’altra la «giustizia sociale», ossia «l’attenzione alle famiglie e alle categorie più fragili». Nella manovra per le famiglie ci sono misure da un miliardo e mezzo, mentre si è deciso di rinviare l‘«applicazione della ‘sugar tax’ e della ‘plastic tax’, che quindi non entreranno in vigore nel 2023».
Quanto all’annunciata revisione del reddito di cittadinanza, Meloni riconosce che «avremmo avuto bisogno di più tempo». Ma intanto però «si stabilisce che si continua ad aiutare chi non è in condizione di lavorare». Mentre per gli ‘occupabili’ il sussidio sarà abolito nel 2024 e nel 2023 sarà possibile averlo solo per otto mesi, ricorda il premier parlando delle modifiche sul reddito di cittadinanza.
L’obiettivo del governo, prosegue, è quello di «trasformare l’assistenza in lavoro, vogliamo accompagnare queste scelte», aggiunge Meloni ricordando come già ci siano forze politiche che inneggiano alla piazza. «Ma c’è gente che prende» il reddito da tre anni, mentre lo Stato dovrebbe aiutare queste persone «trovando un posto di lavoro», fa osservare il primo ministro. «Ci sarà l’obbligo di rimanere in Italia» sottolinea il capo del governo parlando dei beneficiari del sussidio.
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