Preti, frati e suore: quanto guadagnano al mese? E il Papa? E chi paga loro lo stipendio? Tante domande che molti cittadini si potrebbero essersi fatti: curiosi di sapere la risposta?
Una domanda che tutti (o quasi) si saranno fatti almeno una volta nella vita: quanto guadagnano preti, frati e suore? Per avere una risposta non soltanto è bene considerare che alcune delle figure religiose ricevono un vero e proprio stipendio mensile, quanto anche che dal 1° aprile del 2021 lo stesso stipendio è stato tagliato a seguito di una misura decisa da Papa Francesco.
Inoltre, è bene tenere a mente che lo stipendio varia anche a seconda non soltanto dell’anzianità della figura in questione, quanto anche dallo stesso lavoro che questa svolge. Viene da sé, ovviamente, un cardinale o un vescovo non guadagnano quanto un parroco di paese.
Lo stipendio di parroci e preti
Stando a quanto viene riportato da fonti ufficiali, lo stipendio medio percepito da ciascuna figura ecclesiastica varia dai 1000 agli oltre 5000 euro al mese. Nello specifico, questa la ripartizione a seconda del ruolo svolto:
- prete semplice, stipendio di circa 1.000 euro per 12 mensilità;
- parroco, stipendio di circa 1.200 euro al mese;
- vescovo, stipendio fino a circa 3.000 euro al mese;
- prete militare (cappellano), stipendio fino a circa 4.000 euro al mese;
- cardinale, stipendio fino a circa 5.000 euro al mese più bonus.
Il Papa, la massima carica della Chiesa cattolica, sarebbe una di quelle figure religiose a non percepire lo stipendio. Una misura, questa, introdotta da Papa Francesco, che avrebbe rinunciato al compenso mensile. Dal canto suo, il suo predecessore, Papa Ratzinger, aveva stabilito una cifra pari a 2.500 euro al mese.
Ad ogni modo, il Pontefice attinge a un fondo presso lo Ior, il quale raccoglie donazioni ogni 29 giugno, e grazie al quale vengono sostenute le opere benefiche sponsorizzate dal Santo Padre.
I tagli riguardano per il 10% lo stipendio dei cardinali e altri superiori. Non solo il Papa per le figure apicali della Chiesa ha stabilito anche il blocco degli scatti di anzianità fino al 2023. Un taglio del 3% degli stipendi di chierici e religiosi dal livello C2 al primo livello. La riduzione degli stipendi dei religiosi decisa dal Papa è volta a fronteggiare le grandi spese e la crisi finanziaria in atto.
Si sottolinea che ad erogare gli stipendi non sono né lo Stato italiano né il Vaticano, quanto piuttosto l’Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc). Si tratta, questo, di un organo della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) il cui compito è quello di gestire le retribuzioni delle varie figure religiose.
Come accennato all’inizio, però, è bene tenere a mente che dal 1° aprile del 2021 è stato applicato agli stipendi un taglio del 10% per i cardinali e altri superiori, e del 3% per chierici e religiosi dal livello C2 al primo livello. Inoltre, è stato stabilito il blocco degli scatti di anzianità fino al 2023.
Lo stipendio di suore e frati
Diverso però è il discorso per suore e frati. Le prime non percepiscono infatti alcuno stipendio, ed è per questo che svolgono attività esterne, spesso relative all’insegnamento o lavorando come infermiere. Il loro stipendio, in questo caso, deriva quindi dai contratti collettivi di lavoro, alla stregua di un normalissimo dipendente.
I frati, invece, sono vivono rispettando i voti di castità, povertà e obbedienza, operando in comunità. Anche loro dunque non percepiscono uno stipendio al pari dei parroci, ma posso svolgere un’attività retribuita nell’ambito della Diocesi arrivando a percepire un reddito di circa 1.000 euro al mese.
Si ricorda, tuttavia, che il sostentamento del clero trae anche forza dalle donazioni libere dei cittadini, e da una percentuale di 8×1000.