Trovati dei resti umani non distanti da casolare dove viveva la famiglia Abbas: potrebbero appartenere alla 18enne scomparsa da Novellara.
Nei giorni scorsi il padre di Saman è stato arrestato in Pakistan, soltanto la madre è ancora a piede libero.
È in corso un sopralluogo dei Ris a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, non distante dal casolare dove viveva la famiglia di Saman Abbas. Sarebbero stati scoperti dei resti umani. I carabinieri stanno svolgendo accertamenti per capire se si tratti della ragazza scomparsa nella notte del 30 aprile 2021. Quasi certamente è stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan.
I resti del cadavere sono stati trovati all’interno di un casolare abbandonato nelle campagne di Novellara, a poche centinaia di metri dalla casa dove abitava la famiglia Abbas. Il ritrovamento dei resti è avvenuto nella serata di ieri al termine di un sopralluogo condotto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia insieme alla Compagnia di Guastalla, coordinati dalla Procura di Reggio Emilia diretta dal Procuratore Capo Calogero Gaetano Paci
Dalle prime ore di stamattina l’area è stata interdetta. I carabinieri di Reggio Emilia, sempre col costante coordinamento della Procura locale e col supporto dei Carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma, stanno proseguendo con le operazioni di recupero e repertamento del cadavere. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Reggio Emilia.
Il processo a febbraio 2023
Cinque parenti della 18enne scomparsa sono stati rinviati a giudizio per il sequestro, l’omicidio e l’occultamento del cadavere. Il processo comincerà il prossimo 10 febbraio. I due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq e lo zio materno, Danish Hasnain, sono stati arrestati in Francia e Spagna tra il giugno del 2021 e il febbraio del 2022. Subito estradati in Italia, attualmente si trovano in carcere.
Qualche giorno fa il padre della ragazza, Shabbar Abbas, è stato arrestato in Pakistan dopo un anno e mezzo di latitanza. Ancora latitante invece la madre Nazia Shaheen, che resta l’unica imputata ancora non rintracciata e a piede libero.
Già a settembre dell’anno scorso l’Italia ha chiesto l’estradizione per i due genitori di Saman. Non è affatto scontato che il Pakistan la conceda. Tra i due Stati infatti non c’è alcuna intesa in materia di estradizione. In una conversazione intercettata l’8 giugno del 2021, a poco più di un mese dalla scomparsa della figlia, il padre rientrato in patria aveva raccontato a un parente in Italia: “L’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore”.