La manovra di bilancio prende sempre più forma dopo il vertice della maggioranza di governo. Lunedì è atteso il Consiglio dei ministri.
Appare ormai certo che il nuovo esecutivo stringerà sul reddito di cittadinanza e sui superbonus edilizi.
Come preannunciato, la manovra di bilancio si aggirerà sui 30 miliardi di euro, la gran parte dei quali destinati agli aiuti a famiglie e imprese contro il caro bollette. Le altre priorità del governo saranno il cuneo fiscale (l’obiettivo è portarlo al 3%), il sostegno a famiglia e natalità (per le quali sarà stanziato circa un miliardo), l’aumento delle attuali soglie del credito d’imposta (che dovrebbero passare da 30 al 35%).
Tra le altre misure che dovrebbero essere presenti nella legge d bilancio, in attesa del Cdm di lunedì, dovrebbero trovare spazio l’allargamento della platea di beneficiari della flat tax per le partite Iva (da chi fattura fino a 65 mila euro a chi arriva a 85 mila). Allo studio anche come azzerare l’Iva sui beni di prima necessità (pane, latte, pasta) per un anno. In cantiere c’è anche la riduzione al 5% sui prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile (assorbenti). L’esecutivo sta considerando anche di introdurre una tassa sulle ‘consegne a domicilio’ per favorire i negozi di prossimità (ma verrebbero esclusi gli alimentari).
In arrivo la stretta su rdc e superbonus
Trova conferma, invece, l’ipotesi di una ‘stretta’ su reddito di cittadinanza e superbonus edilizi. Una stretta che dovrebbe concretizzarsi nella progressiva riduzione del rdc e in una maggiore severità per chi percepisce il reddito ma potrebbe lavorare. Da qui il governo vorrebbe attingere per finanziare il taglio del cuneo fiscale.
C’è poi il capitolo pensioni. Il governo sembra orientato verso l’introduzione di ‘quota 103’ per aggirare la legge Fornero. Via libera dunque alla possibilità, con l’inizio del 2023, di andare in pensione con 41 anni di contributi e non prima dei 62 anni di età. Per quanto riguarda la pace fiscale, non sarebbe prevista la rottamazione delle cartelle sotto i mille euro, mentre per le altre dovrebbero esserci la possibilità di agevolazioni e rateizzazioni.
Parola d’ordine: prudenza
Il tutto all’insegna della prudenza – la parola d’ordine di Meloni e del titolare del Mef Giorgetti – per assicurare la tenuta dei conti pubblici. Il vertice interno alla maggioranza è durato poco meno di due ore. Col premier Giorgia Meloni c’erano i capigruppo dei partiti di centrodestra, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo e i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini.
“È stato un incontro interlocutorio, ho rappresentato un quadro di prudenza e confido nel fatto che le forze politiche con responsabilità sosterranno questo approccio”, ha fatto sapere Giancarlo Giorgetti, in un comunicato diffuso al termine del vertice. Il ministro dell’Economia non è entrato nel merito delle singole misure. Ma ha ribadito di “essere determinatissimo a tenere la barra dritta”. Tra le priorità ha aggiunto, “sostenere in questa fase le fasce piu’ deboli e le imprese che devono fare i conti con la crisi energetica”.