Accusa grave da parte della NATO, che pare abbia le prove per incolpare la Russia riguardo ad alcuni attacchi hacker che hanno avuto luogo di recente. Non sarebbe la prima volta che l’Europa tende a puntare il dito verso il Paese di Vladimir Putin, ma è anche vero che le informazioni di cui sono in possesso potrebbero essere ben più che scarne come qualcuno potrebbe pensare. Ma hanno davvero modo di dimostrarlo?
A partire dalla guerra tra Ucraina e Russia, tutte le accuse contro il governo Putin sono state mosse su diverse basi. Uno tra questi riguardava esclusivamente gli attacchi hacker, secondo cui erano partiti propriamente da quella nazione. Certo, inizialmente non era possibile incolpare del tutto i russi di questa attività, ma ora pare che siano emerse altre informazioni che potrebbero cambiare le carte in tavola.
Infatti, pare che i Paesi membri della NATO sono stati l’obiettivo del 90% degli attacchi condotti da attori russi, con il 48% di questi attacchi che hanno preso di mira alcune delle maggiori aziende informatiche con sede nei paesi della Nato. E’ una delle evidenze del ‘Digital Defense Report 2022’ di Microsoft, secondo la quale è molto probabile – statisticamente parlando – che la colpa sia da attribuire soltanto ai russi.
Non è solo la NATO a preoccuparsi di questa faccenda, ma anche l’Iran
Tuttavia, l’Iran è convinta del fatto che la guerra tra l’Ucraina e la Russia sia soltanto una delle tante azioni che hanno visti protagonisti i russi: “Ha intensificato gli attacchi in seguito alla transizione del potere presidenziale e lanciato offensive distruttive contro Israele e infrastrutture critiche extra territoriali. E la Corea del Nord, che ha intrapreso il suo periodo più aggressivo di test missilistici nella prima metà del 2022, attraverso vari attori ha lanciato una serie di attacchi per rubare tecnologia alle aziende aerospaziali e ai ricercatori di tutto il mondo e per ottenere accesso a dati e fondi a sostegno dell’economia locale“.
Inoltre, la Cina ha addirittura aumentato i suoi attacchi informatici di spionaggio e furto di informazioni “nel tentativo di esercitare una maggiore influenza nel Sud-est asiatico e contrastare il crescente interesse degli Stati Uniti“. La segnalazione avvenuta per mano di Microsoft ha mostrato pure la crescita dell’influenza propagandistica, che sarebbero le cosiddette “influence operations”.
Un esempio è sicuramente quello della Russia, che secondo le analisi fatte dagli esperti “ha sfruttato gli strumenti a proprio favore per attivare campagne di disinformazione sull’invasione in Ucraina e sulla pandemia da Covid-19 in modo da screditare l’Occidente e promuovere le proprie strategie nazionaliste“.
Ma non è l’unica, perché anche nazioni come la Cina e l’Iran “hanno messo in atto operazioni di propaganda per estendere la propria influenza globale“. A chi si deve attribuire la colpa dei numerosi attacchi hacker? Di certo non solo alla Russia a questo punto, seppur sia davvero difficile capire chi sia dalla parte della ragione chi, invece, sta mentendo.