Potrebbe esserci la mano di un killer seriale dietro alla morte di tre prostitute trovate morte a Roma questo giovedì.
Ma l’assassino potrebbe aver fatto più di un errore: gli inquirenti così potrebbero risalire alla sua identità. Ancora sconosciute due delle tre vittime.
Presto il serial killer del quartiere Prati potrebbe avere un volto. Il cerchio si fa sempre più stretto attorno all’uomo ripreso da varie angolazioni dalle videocamere di sorveglianza nella zona compresa tra via Durazzo e via Riboty. Giovedì mattina quell’area si è trasformata in cimitero con l’uccisione di tre prostitute, due cinesi e una colombiana.
I poliziotti della squadra mobile, riferisce Il Messaggero, avrebbero sentito una supertestimone: una donna cubana uscita con l’assassino dopo le uccisioni. «Mi ha detto di avere ucciso tre donne», avrebbe raccontato. Stando a ciò che ha riportato la redazione di Quarto Grado, in queste ore sarebbe in corso l’interrogatorio di un pregiudicato italiano.
La chat del sito di incontri sotto la lente degli investigatori
Gli investigatori stanno concentrando le loro attenzioni sulla chat di un sito di incontri al quale era iscritta Martha Castano Torres, in arte Yessenia, la 65enne colombiana massacrata a coltellate nel seminterrato di via Durazzo. La donna fissava i suoi appuntamenti coi clienti su quel sito. E tra i suoi contatti digitali gli inquirenti sperano di trovare le tracce dell’uomo che ha assassinato lei e altre due donne asiatiche.
Sarano cruciali le telecamere installate in casa di una vittima
Ancora non è spuntata fuori l’arma del delitto. Setacciati a fondo i cassonetti della zona, dai quali finora non è emerso nulla. Neanche le testimonianze raccolte hanno permesso di identificare il killer. Saranno cruciali dunque le riprese delle telecamere installate a casa di almeno una delle vittime e i tabulati telefonici, così come le impronte rilevate dalla scientifica. Forse le videocamere erano state posizionate come una specie di forma di protezione, dato l’alto rischio di fare incontri pericolosi.
All’esame anche possibili tracce di dina sul corpo delle donne uccise. Non si esclude che gli omicidi – avvenuti a breve distanza, in un arco di tempo ristretto e con ferite simili – non possano far parte di un piano premeditato. Ancora non identificate le due donne cinesi uccise. Di loro si sa solo l’età: 40 e 20 anni. Sono in corso accertamenti anche sulla proprietà dell’appartamento di via Riboty.
Per i tre omicidi la procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio volontario aggravato.