Sedotta e ingannata da un “amante diabolico” che in anni di relazione adulterina le ha fatto scucire un patrimonio.
Una volta scoperto il gioco la storia di letto e soldi è finita davanti a un giudice. Così l’uomo si è visto rinviare a giudizio per la truffa ai danni dell’ex amante.
Una scappatella decisamente più cara del normale. Un tradimento costato ben novantamila euro per la precisione: sono i soldi che una donna avrebbe prestato all’amante durante i due anni di avventura extraconiugale. Un’avventura piuttosto costosa, oltre che rischiosa, andata avanti tra il 2016 e il 2018, nel Ravennate. E che mai come in questo caso ha fatto davvero rima con fregatura.
Lui, un uomo di 42 anni, adesso si trova accusato di aver raggirato la sua ex amante, spillandole soldi in continuazione. Ogni appuntamento diventava l’occasione per scucirle denaro, chiedendole ogni volta somme in prestito. Un gioco di letto e soldi – molti soldi – che l’uomo ha portato avanti finché ha potuto. Ma quando la passione è scemata e la storia è finita, si sono aperte le porte del tribunale. Lo riferisce il Corriere di Romagna.
La procura in prima istanza aveva chiesto l’archiviazione nei confronti dell’uomo. Ma il gip ha cambiato le carte in tavola decidendo per l’imputazione coatta dell’amante dalle richieste esose. Che si è trovato con un’accusa di circonvenzione d’incapace sul groppone e con un rinvio a giudizio per truffa aggravata. All’origine di tutto il sostanzioso danno economico arrecato all’ex amante. La donna, una volta scoperto quali fossero i reali interessi dietro quella scappatella, lo ha definito «diabolico» per il suo comportamento.
L’uomo infatti aveva giocato d’astuzia. I soldi non li aveva chiesti tutti in una sola volta. No, li aveva richiesti, come dire, a rate. Diluiti nell’arco di decine di appuntamenti focosi.
Bugie a ripetizione per ingannare l’amante
Sedotta e turlupinata dunque. La donna, pazzamente invaghita di lui e, per sua stessa ammissione, «succube» dell’mante, proprio non era capace di dirgli di no. E quando era a corto di soldi da dargli per soddisfare le sue continue richieste di denaro, era lei stessa ad andare a chiedere prestiti ai parenti. Faceva di tutto pur di non rifiutargli mai quanto le chiedeva.
L’“amante diabolico” l’aveva pensata bene. Aveva convinto la donna a prestargli le somme facendole credere di essere vittima di un fantomatico «regolamenti di conti con albanesi» o di essere tallonato da esponenti della «malavita» napoletana.
Ma perché il processo inizi bisognerà ancora attendere un bel pezzo: la prima udienza del procedimento è stata fissata per l’inizio del 2024.