Bce, Visco: “Sui tassi possibile approccio meno aggressivo, attenzione alla spirale prezzi-salari”

Andare avanti con la politica sui tassi di interesse avviata negli ultimi mesi dalla Bce per disinnescare la corsa all’inflazione alimentata dal caro energia.

Ma occorre anche evitare che i rialzi troppo rapidi rallentino la produzione. È la sintesi del punto della situazione sull’inflazione in Italia e nella zona euro tracciato dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco.

Nel suo intervento in occasione della prima lezione del ciclo dedicato ad Ugo La Malfa dalla Fondazione omonima, Ignazio Visco si è anche soffermato sulle misure adottate dalle banche centrali europee per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie e la capacità di investire delle aziende.

Il governatore della Banca d’Italia ha parlato anche degli “errori di previsione” sugli andamenti dei prezzi al consumo. A suo giudizio si sono rivelati “maggiori” rispetto al passato. La Banca centrale europea ha operato due rialzi consecutivi 0,75% dei tassi di interesse. “Ritengo che la strada intrapresa sia quella necessaria per mantenere ancorate le aspettative d’inflazione e contenere il rischio di una spirale prezzi-salari che amplificherebbe gli effetti negativi dell’inflazione sulle nostre economie, ha detto Visco.

Sui rialzi dei tassi si fa strada un approccio meno aggressivo

Bankitalia guarda alla situazione attuale con prudente ottimismo: “Alcuni fattori ci confortano riguardo alla possibilità che la crescita dei prezzi si riporti sull’obiettivo del 2% entro la fine del 2024, così come attualmente previsto dagli esperti della Bce“. Riferendosi ai prossimi rialzi da parte di Eurotower, Visco osserva che “la necessità di continuare l’azione restrittiva è evidente“. Ma aggiunge anche che le ragioni per “attuare un approccio meno aggressivo stanno guadagnando terreno”.

In questo momento, sottolinea il governatore, segnato dalla crisi ucraina seguita a quella pandemica, il compito delle banche centrarli è estremamente “complicato“. Da una parte c’è lo sforzo per “riportare al più presto l’inflazione sotto controllo”. Mentre dall’altra c’è “il rischio che rialzi dei tassi troppo rapidi e pronunciati finiscano per amplificare il rallentamento dell’attività produttiva”.

Del resto non è la prima volta che la situazione internazionale condiziona l’aumento dei prezzi. Visco ha ripercorsi i momenti decisivi per le politiche monetarie. A cominciare dalla fine del sistema di Bretton Woods sulla convertibilità del dollaro e lo choc petrolifero del 1973 inasprito dalla guerra dello Yom Kippur.

Inflazione: primo nodo da aggredire

L’inflazione rimane la priorità da affrontare. “Dallo scorso anno la variazione dei prezzi è tornata a registrare, a livello mondiale, un incremento pressoché continuo: dal 4,7% nella media del 2021, viene stimata dal Fmi prossima al 9% quest’anno”, evidenza il governatore. Che aggiunga come nell’eurozona, sulla base dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, “dal 2,6% dello scorso anno ha quasi raggiunto l’11%, sfiorando il 13 in Italia, il livello piu’ alto da circa quarant’anni”.

Visco fa osserva che “quasi due terzi dell’aumento complessivo dei prezzi al consumo negli ultimi dodici mesi sarebbero stati causati dai rincari dell’energia, sia direttamente sia attraverso gli effetti sui costi di produzione”. Infine avverte contro il pericolo di un possibile “spostamento permanente verso l’alto delle attese di inflazione degli operatori di mercato, delle imprese e delle famiglie”.

Infine, in conclusione Visco si concentra ancora sulle politiche monetarie: “Va trovato il giusto equilibrio tra il rischio che l’inflazione resti elevata troppo a lungo e quello che il peggioramento della situazione economica finisca per ricondurre la crescita dei prezzi nel medio periodo al di sotto dei valori coerenti con l’obiettivo”.

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