Altissima la tensione per la caduta di due missili in Polonia, Paese membro della Nato, che hanno provocato due morti.
I missili sono piovuti su Przewodow, non distante dal confine con l’Ucraina. Il primo indiziato è la Russia. Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha convocato urgentemente il Consiglio dei ministri per sicurezza nazionale.
La Nato ha subito esaminato le notizie sulla caduta dei missili russi in Polonia. Oggi ci sarà una riunione d’emergenza richiesta proprio dai polacchi, sulla base dell’articolo 4 dell’Alleanza Atlantica (“Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”).
Fin da subito la Russia, attraverso il Ministero della Difesa, ha parlato di “una deliberata provocazione che ha l’obiettivo di causare una escalation della situazione”. Mosca ha smentito che i missili caduti in territorio polacco fossero russi, ribadendo che non sono stati compiuti attacchi con armamenti russi nei pressi del confine tra Polonia e Ucraina.
Kiev punta il dito contro il Cremlino
Il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, invece, dopo aver definito “uno schiaffo in faccia al G20” i nuovi attacchi russi contro l’Ucraina (con 100 missili lanciati nella giornata di ieri) si è detto fermamente convinto che i missili caduti in Polonia siano russi. Zelensky ha parlato poi di “attacco alla sicurezza collettiva” e di una “escalation significativa”.
Quanto successo in Polonia per il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, non è “un incidente, ma un ‘ciao’ deliberatamente pianificato dalla Russia, mascherato da ‘errore’. Ciò accade quando il male rimane impunito e i politici si impegnano nella ‘pacificazione’ dell’aggressore“. Podolyak ha concluso affermando che “il regime terrorista russo deve essere fermato”.
Usa e Polonia frenano sull’escalation
Più prudente la posizione dell’alleato americano: Joe Biden che ha definito “improbabile” l’ipotesi che il missile caduto in Polonia sia stato lanciato dalla Russia. Il presidente americano lo ha dichiarato e ribadito, in risposta alle domande della stampa, dopo il vertice straordinario con i leader del G7 e gli alleati della Nato a margine del summit del G20 di Bali. “Le prime informazioni smontano quell’ipotesi – ha detto Biden – io non voglio dirlo fino a che l’indagine non è completata. È improbabile, vedendo la traiettoria, che sia stato sparato dalla Russia”.
La lettura di Biden deriva probabilmente dalle informazioni avute durante i colloqui telefonici col presidente polacco Andrzej Duda e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il presidente della Polonia aveva parlato di “nessuna prova evidente” del lancio da parte di Mosca. Questo anche se i resti del missile mostrano che è di fabbricazione russa.
Anche i francesi avevano invitato alla “massima cautela“, perché “molti Paesi hanno lo stesso tipo di armi, quindi l’identificazione del tipo di missile non identificherà necessariamente chi c’è dietro“, aveva dichiarato un funzionario della presidenza francese, dopo aver avvertito dei “rischi significativi di escalation”. Tra le ipotesi al vaglio, quella di un missile giunto in Polonia dopo essere stato intercettato e colpito dalle forze armate ucraine.