Le accuse all’indirizzo dell’agenzia governativa di polizia federale americana, che ha competenza in tutti gli Stati su determinati reati, dall’antiterrorismo al crimine organizzato passando per l’intelligence interna, sono tanto dirette quanto gravi.
Arrivano da quotidiani autorevoli, talmente autorevoli che hanno una certa rilevanza internazionale visto che stiamo parlando direttamente del New York Times e del Washington Post, secondo cui l’FBI avrebbe fatto uso e abuso del noto Pegasus, uno spyware sviluppato dalla società israeliana di armi informatiche NSO Group che può essere installato di nascosto su telefoni cellulari con la maggior parte delle versioni di iOS e Android.
Non più tardi dell’anno scorso, il Federal Bureau of Investigation avrebbe preso in considerazione l’utilizzo del famigerato spyware Pegasus di NSO Group nelle indagini penali, almeno stando a quanto rivela l’ultimo report del New York Times. Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, i funzionari dell’agenzia sarebbero stati addirittura in fasi avanzate per lo sviluppo di piani per informare la leadership dell’FBI sul software, almeno secondo documenti interni dell’ufficio e documenti giudiziari visti da The Times.
Il test (anche) di Phantom
Il noto quotidiano statunitense rivela che l‘FBI avrebbe sviluppato linee guida per i pubblici ministeri federali che descrivono in dettaglio come l’uso di Pegasus da parte del Federal Bureau of Investigation sarebbe stato utilizzato prevalentemente nei casi giudiziari. Sulla base dei documenti, non è chiaro se l’FBI avesse preso in considerazione l’utilizzo dello spyware contro i cittadini americani. I dubbi ci sono e se fossero confermati sarebbero una gravità inaudita. All’inizio di quest’anno, The Times avrebbe scoperto che l’agenzia aveva testato anche Phantom, una versione di Pegasus con cui può colpire i telefoni statunitensi. A luglio 2021, sempre secondo il quotidiano statunitense, il dietrofront. L’FBI alla fine avrebbe deciso di non utilizzare Pegasus nelle indagini penali.
Luglio 2021, mese e anno esatto in cui il Washington Post ha pubblicato un’indagine in cui si affermava che il software era stato utilizzato per compromettere i telefoni di due donne vicine al giornalista saudita assassinato, Jamal Khashoggi. Pochi mesi dopo, gli Stati Uniti hanno inserito il gruppo NSO, creatore di Pegasus, nell’elenco delle entità del Dipartimento del Commercio, una designazione che impedisce alle società statunitensi di condurre affari con l’azienda.
Nonostante la decisione di non utilizzare Pegasus, l’FBI avrebbe indicato che rimane aperta all’utilizzo di spyware in futuro. “Non abbiamo utilizzato né Pegasus né nessun altro spyware nelle nostre indagini” ha detto Chris Wray al Congresso, frasi riprese anche da Engadget. “Ma voglio essere trasparente, è che abbiamo acquisito alcuni dei loro strumenti per la ricerca e lo sviluppo”.