Le forze armate ucraine ieri sono entrate a Kherson, capoluogo della regione meridionale invasa dalle truppe russe all’inizio della guerra.
L’esercito russo di è ritirato verso est, sulla parte sinistra del fiume Dnepr.
“Kherson sta tornando al controllo ucraino, unità delle forze armate ucraine stanno entrando in città”, ha reso noto su Facebook il ministero della Difesa ucraino, intimando ai soldati russi rimasti nella zona di “arrendersi immediatamente”.
“Oggi è una giornata storica. Stiamo tornando a Kherson. Per ora i nostri difensori si stanno avvicinando alla città ma le unità speciali sono già in città'”, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio video divulgato attraverso il suo canale Telegram, “anche se la città non è stata ancora completamente ripulita dalla presenza del nemico, gli stessi abitanti di Kherson stanno già rimuovendo i simboli russi dalle strade e dagli edifici”.
Il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha applaudito quella che è “un’importante vittoria”. Sui sociali ha pubblicato un video che mostra, a sua detta, gli abitanti di Bilozerka, centro poco distante dal capoluogo, impegnati a distruggere un manifesto gigante che porta la scritta: “La Russia è qui per sempre”. Dal canto suo il parlamento ucraino, la Verkhovna Rada, ha pubblicato su Telegram immagini di civili intenti a sventolare bandiere ucraine a Kherson, la città strategica conquistata dai russi verso la metà di marzo. Per Mosca si trattava di un obiettivo di importanza primaria vista la vicinanza con la Crimea.
Il ritiro di Mosca sulla riva orientale
Stando all’esercito di Mosca, i militari ripiegati sulla sponda orientale del Dnepr sono più di 30 mila. Per ordine di grandezza, questa è la quinta ritirata dall’inizio della guerra. Le prime due sono la rinuncia alla conquista di Kiev in primavera e il ritiro quasi totale dai territori conquistati nell’Oblast di Kharkiv lo scorso settembre. Le truppe russe adesso concentrano i loro sforzi su Bakhmut, nella regione di Donetsk.
Lo scorso venerdì la Difesa russa aveva comunicato di aver terminato il “riposizionamento” delle sue unità dalla riva occidentale del fiume, dove si trova Kherson, a quella orientale, garantendo di non aver perso uomini e di non aver abbandonato equipaggiamento dietro di sé.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha comunicato che i territori abbandonati restano parte della Federazione Russa. Questo grazie ai referendum che hanno avuto luogo alla fine di settembre. Il portavoce ha negato che aver perso la città rappresenti un’umiliazione per la Russia.