Il piccolo viaggiava a bordo di un barchino in compagnia della madre. Sarebbe morto a causa di difficoltà respiratorie.
I medici che hanno effettuato l’ispezione sul corpicino senza vita del bambino confermano la circostanza.
Una barca arrivata a Lampedusa trasportava con sé la testimonianza di una tragedia: il corpicino esanime di un bimbo, morto durante la traversata. Il piccolo era a bordo di una imbarcazione fatta approdare a Lampedusa, al molo Favarolo, assieme ad altri migranti. La notizia ha spinto la procura agrigentina a intervenire immediatamente. All’origine del decesso, con ogni probabilità, gli stenti per la dura traversata del Mediterraneo.
La drammatica scomparsa del bambino si aggiunge a un altro dramma: quello della donna morta nella giornata di ieri al poliambulatorio dell’isola siciliana dove era sbarcata assieme ad altri 43 migranti. A causare l’arresto cardiaco potrebbe essere stata l’ipotermia. Il neonato morto durante lo sbarco a Lampedusa aveva soltanto 20 giorni di vita e proveniva dalla Costa d’Avorio. Il bimbo era imbarcato su una carretta del mare che trasportava a bordo 36 persone. Tra di loro anche 9 donne e 2 minorenni. Altri due migranti presentavano segni di ustione.
In totale i migranti arrivati a Lampedusa dalla mezzanotte in poi sono 118. Sono approdati sull’isola a bordo di tre barchini diversi. Ieri invece ci sono stati nove diversi sbarchi, per un totale di ben 522 persone.
La mamma del bimbo ha raccontato che il figlio è deceduto a causa di problemi respiratori. Una circostanza confermata anche dai medici che hanno effettuato una prima ispezione sul cadavere del neonato. Il corpicino senza vita del bambino è stato trasportato nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana.
Nel frattempo non si arrestano le operazioni di salvataggio. L’equipaggio Nadir della ong Resqschip è intervenuto in appoggio alle operazioni in atto per soccorrere cinque barchini che trasportavano oltre 200 migranti. Una delle imbarcazioni si è capovolta, ma tutti 37 migranti a bordo sono stati salvati dalla Guardia costiera grazie all’aiuto del Nadir. Un ragazzo si trova in condizioni critiche ed è bisognoso di cure. “Poiché attualmente siamo l’unica ong nel Mediterraneo centrale – afferma un portavoce della ong – continueremo a essere qui per aiutare”.
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