Liliana Segre e le minacce no vax: “Adesso denuncio chi mi augura la morte”

La senatrice a vita e testimone della Shoah ancora nel mirino delle frange no vax. Ma questa volta ha deciso di sporgere denuncia.

Era già successo l’anno scorso, quando la Segre aveva fatto la prima dose di vaccino. Una sua recente dichiarazione sui medici non vaccinati reintegrati ha scatenato un’altra tempesta d’odio sui social.

 «La vita mi ha insegnato a essere libera e senza paura, nonostante io sia la più vecchia d’Europa obbligata alla scorta per tutti gli insulti e gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte anche perché sono vaccinata, e non sono una no vax. Non più tardi di ieri mi è arrivata una maledizione così forte firmata, per cui una volta tanto farò causa a questa persona».

A pronunciare queste parole è stata Liliana Segre, intervenuta al forum nazionale delle donne ebree d’Italia. Durante l’evento, organizzato dall’associazione Adei Wizo a Milano, a Palazzo Marino e moderato da Ferruccio de Bortoli, la senatrice a vita ha spiegato il motivo della sua decisione. «Per tanto tempo sono stata in silenzio su queste persone che mi insultano, ma adesso denuncio. Poi è anche di cattivo augurarmi la morte a 92 anni».

Da tre anni sotto scorta

Dal 2019 la testimone della Shoah è costretta a vivere sotto scorta per via delle minacce e degli insulti antisemiti. A quali più recentemente si sono aggiunti anche quelli delle frange antivacciniste. Come era successo lo scorso anno, quando la Segre si era fatta fotografare all’ospedale milanese Fatebenfratelli mentre si sottoponeva alla prima dose di vaccino anti-Covid. Un gesto che aveva finito per scatenare una tempesta d’odio sul web. Stessa musica in questi giorni, quando sui social ha cominciato a circolare un finto articolo di Repubblica dove Liliana Segre insultava i no vax. Un falso, evidentemente, ma sufficiente a riattizzare l’ira degli haters della rete. Che adesso la senatrice a vita ha deciso di denunciare.

La nuova campagna denigratoria

Il 5 novembre la senatrice si era espressa con durezza sul reintegro dei medici non vaccinati: “Io sono stata una delle prime che si è vaccinata e sono stata molto convinta di averlo fatto, ho fatto già il quarto vaccino e mi preparo a fare il quinto. Sui no vax io sarei stata molto più severa, avrei continuato ad essere severa, ma non sono un medico, il mio giudizio è assolutamente solo personale”. Lo aveva detto rispondendo, da remoto, a una domanda del direttore di Oggi Carlo Verdelli sulle decisioni del governo Meloni.

Una presa di posizione che ha fatto partire una campagna denigratoria sui social. Alla senatrice Segre ha subito espresso solidarietà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Esprimo la ferma condanna per le vili e gravi minacce rivolte da No Vax a Liliana Segre”, ha detto il titolare del Viminale. “Ho sentito immediatamente il prefetto di Milano che mi ha assicurato massima attenzione nei confronti di questo episodio che si aggiunge ad altre precedenti minacce che hanno portato all’assegnazione della scorta alla senatrice Segre”, ha aggiunto il ministro Piantedosi.

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