Alberto Genovese, spuntano nuove accuse: altri stupri e materiale pedopornografico nel suo computer

Rinvenuti diversi video e foto hard di minori, suddivisi per età. La procura, inoltre, gli contesta nuovi abusi sessuali nei confronti di due ragazze. Indagato per stupefacenti l’amico Leali

Nuove grane per Alberto Genovese, dopo la condanna a 8 anni e 4 mesi di prigione del 19 settembre per le violenze sessuali a Terrazza Sentimento e Villa Lolita. Spuntano, infatti, nuove accuse da parte della Procura di Milano.

Alberto Genovese-meteoweek.com

Nello specifico, l’ex imprenditore sarebbe accusato di nuove violenze sessuali, oltre che di aver tentato di comprare il silenzio della giovane che lo ha fatto finire in prigione. Ma non è tutto, perché sono spuntate nuove accuse assai gravi in merito a una raggelante galleria di foto pedopornografiche rinvenuta nel suo computer.

Queste nuove ipotesi di accusa vengono fuori da un avviso di conclusione di inchiesta a firma del procuratore aggiunto Letizia Mannella e dei sostituti Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini. Dalla lunga inchiesta portata avanti dalla Polizia, sono emersi infatti altri stupri, di cui ci sono tracce anche negli atti del processo, ma gli inquirenti hanno scelto di focalizzarsi solo su quelli per cui pensano di possedere, attualmente, elementi più concreti.

Una delle accuse è inerente le violenze denunciate da una modella pugliese che attualmente ha 22 anni, che avrebbe avuto una relazione con l’ex imprenditore. Secondo la sua versione e quella di un’amica (tutte e due sporsero querela contro di lui), i pm avevano fatto richiesta di un nuovo arresto per l’ex impresario, ma il gip, nel febbraio 2021, la rifiutò in quanto non c’erano elementi a sufficienza.

Adesso, l’accusa contesta a Genovese in modo formale diverse violenze sulla ragazza, di cui una che sarebbe occorsa tra il 6 e l’8 ottobre di due anni fa a Terrazza sentimento, due giorni prima di quella subita dalla modella 18enne che poi lo condurrà in carcere. Si tratta di episodi attestati dalle numerose immagini rinvenute nei dispositivi elettronici dell’uomo.

Nei guai, per la questione droga che arrivava a fiumi nelle dimore dell’ex imprenditore, è finito anche D. Leali, amico di Genovese, indagato perché avrebbe fatto da tramite con spacciatori anche comprando coca, ketamina, riservate agli ospiti drogati dei party. Secondi i pm, Leali si sarebbe occupato di rimpinguare, offrire e distribuire vassoi con droga. Allo stesso modo, sarebbe stato sempre lui a cercare, il 3 novembre 2020, di comprare il silenzio della 18enne proponendole 8 mila euro affinché ritrattasse le accuse nei confronti di Genovese.

L’accusa di detenzione di materiale pedopornografico

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L’ultima, terribile accusa nei confronti dell’ex imprenditore, come riporta Il Corriere della Sera, è quella di detenzione di materiale pedopornografico. Sarebbero infatti stati trovati nel computer dell’uomo, almeno una dozzina di file in cui c’erano video e immagini di minori. In una cartella, che era nominata “La Bibbia 3.0”, la polizia postale ha individuato 62 minori «privi di vestiti o in atteggiamenti sessuali espliciti».

In altri 11 file che avrebbe consultato alcuni giorni prima di finire in carcere, molti sarebbero denominati per età. Durante l’interrogatorio un anno dopo il suo arresto, l’ex impresario confessò di preferire ragazze molto giovani, magre e pronte ad assumere stupefacenti. In una chat si sarebbe definito un «un porco pedofilo. Ho un range 16/20, in Italia è legale, tecnicamente. Nel 2018 ho fatto sesso con tre sedicenni».

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