A subire il presunto pestaggio, un detenuto di 41 anni con problemi psichiatrici, che avrebbe subito calci e schiaffi
Tre poliziotti della polizia penitenziaria della prigione di Bari sono ai domiciliari, mentre altri sei sono stati sospesi per un anno dal servizio, come ordinato dal Gip del Tribunale barese, per presunte violenze su un carcerato 41enne, affetto da problemi di tipo psichiatrico.
Come riporta Il Corriere della Sera, a sei di loro il reato contestato è quello di tortura in concorso. Le misure sono state effettuate dai militari della polizia giudiziaria della Procura di Bari. L’indagine, che riguarda in totale 15 persone, è scattata da una segnalazione della direzione e del comando di polizia penitenziaria di Bari per un fatto che sarebbe occorso il 27 aprile scorso, quando il personale in questione, in servizio nelle varie sezioni della prigione, ha eseguito un intervento in una cella del penitenziario e, come scrive in una nota la Procura di Bari, «infieriva, con plurime condotte violente dispiegatesi nell’arco temporale di circa quattro minuti, nei confronti di un 41enne detenuto».
Nello specifico, i poliziotti avevano eseguito un intervento nella cella del suddetto detenuto dopo che costui aveva appiccato fuoco al materasso. Le presunte violenze sarebbero occorse mentre il 41enne veniva portato nell’infermeria della prigione.
Secondo quanto riportato dalla Procura, lo staff nel trasferimento del detenuto dalla cella all’infermeria, «poneva in atto gli atti di violenza consistiti in particolare, da parte di alcuni, nello sferrare calci e schiaffi e, da parte di altri, nel trattenere il detenuto “bloccato” sul pavimento sul quale era riverso, con la partecipazione omissiva di altri agenti che presenziavano agli atti di violenza senza impedirli».
Tra le altre cose, non sarebbe stata segnalata nessuna lesione sull’uomo, ricoverato in infermeria, in prigione, dopo il presunto pestaggio. Nel corso delle indagini per ricostruire cosa fosse accaduto sono state estratte immagini dalle videocamere di sicurezza interne.
Secondo l’accusa, il sovrintendente D.C., che si occupa di coordinare la sorveglianza generale, avrebbe preso il 41enne a schiaffi e calci, fatto cadere apposta dall’assistente G.D., nel corso del trasporto in infermeria dopo che l’incendio verificatosi nella sua cella. G.D., infatti, avrebbe dato calci al torace al carcerato.
Da quanto si apprende, secondo le immagini delle videocamere di sicurezza, il detenuto avrebbe provato senza successo a difendersi per circa 4 minuti. Lo stesso detenuto, alcuni giorni dopo la presunta aggressione, avrebbe raccontato del pestaggio con i vertici del penitenziario che lo avevano convocato.