La trasmissione di Italia 1 aveva pesantemente messo Roberto Zaccaria nel mirino dopo essersi finto per anni una ragazza che voleva avere una relazione con il giovane Daniele, morto suicida lo scorso anno. Premuto dal rimorso e dal fatto di essere stato definito un mostro, anche Zaccaria si è tolto la vita.
Roberto Zaccaria, morto suicida a 64 dopo avere ingannato per anni Daniele, 24 anni, fingendosi sul web una bella ragazza che voleva avere una relazione con lui. Anche Daniele si è tolto la vita lo scorso anno, distrutto dalla truffa per un amore mancato e dal raggiro, impiccandosi nella sua soffitta. Roberto invece ha deciso di farla finita mescolando alcol e farmaci.
E’ facile immaginare che Roberto sia stato spinto a questo gesto estremo, oltre dal rimorso, anche dal fatto di essere stato dipinto come un mostro. In questo la responsabilità della trasmissione Le Iene, nota per avere l’orrenda abitudine di mettere alla berlina coloro che ritiene responsabili, non può non essere considerata.
Per gli avvocati di Roberto Pierpaolo Benini e Antonino Lanza intervenuti sulle pagine del Corriere della Sera, l’uomo “era sconvolto dai manifesti appesi in paese contro di lui dopo la trasmissione delle Iene che l’aveva individuato. C’era scritto ‘Maledetto devi morire e bruciare all’inferno’. Il paese è piccolo e il peso enorme. Voleva venire da noi lunedì scorso per formalizzare una denuncia, dovrebbe averne depositata una dai carabinieri. L’hanno trovato morto domenica mattina“. Quella denuncia vogliono portarla avanti i familiari, la madre e la sorella di Roberto.
ISTIGAZIONE AL SUICIDIO
La Procura di Forlì, città in cui viveva Zaccaria, ha avviato una indagine per istigazione al suicidio contro ignoti. Le Iene non potranno non esserne coinvolte e in particolare il il giornalista Matteo Viviani che ha firmato il “servizio”. Chi lo ha visto ha potuto appurare con quanta cattiveria si siano accaniti contro Roberto il quale, al netto delle sue responsabilità non da poco, è stato additato come il mostro da sbattere in prima pagina in sacrificio agli ascolti televisivi e ai relativi guadagni che ne derivano.
Precedentemente a quella su Zaccaria, la stessa procura aveva ipotizzato il reato di “morte come conseguenza di altro reato“, indagine chiusa nel giugno scorso con una richiesta di archiviazione. Una fase meno turbolenta per Roberto che aveva evitato il carcere, solo una condanna per sostituzione di persona che si è tradotto in 825 euro di ammenda. “Proprio perché la procura aveva ritenuto Zaccaria non responsabile del suicidio del giovane, riteniamo che il servizio delle Iene non abbia rispettato i principi del diritto di cronaca, anche perché non era chiaro il fatto dell’archiviazione. Oltretutto il nostro cliente aveva diffidato la trasmissione dal mandare in onda il servizio” continuano gli avvocati della famiglia Zaccaria.
IL METODO “LE IENE”
Ora però la rabbia degli utenti del web è rivolta contro la trasmissione e Matteo Viviani, definiti dei giustizialisti e dai metodi non idonei al giornalismo. “Una tragedia nella tragedia che non solo non lascia indifferenti ma che ha colpito tutti perché si sta parlando della vita di un uomo – si difende Viviani -. Il catfishing è stato da noi trattato più volte, casi che fortunatamente non hanno avuto lo stesso tragico epilogo. Domande: c’è forse un vuoto normativo? Ci sono strumenti per proteggere queste persone? Continuare a occuparsi del fenomeno è importante, perché imparare a riconoscere il problema è il primo passo per difendersi” conclude.