Una lite tra condomini degenera in insulti e gesti razzisti. Presi come bersaglio i figli piccoli di una coppia italo-africana.
La vicenda è finita davanti al giudice: la mamma dei bambini ha fatto partire una denuncia. I due imputati negano le accuse a loro rivolte.
Le liti condominiali sono, purtroppo, un grande classico. E niente di più facile che si originino dai rumori eccessivi provenienti dagli appartamenti vicini. Le classiche situazioni a costante rischio di degenerazione: da lite a faida. Con esiti deprecabili, come è accaduto alla situazione degenerata in insulti razzisti diretti ai figli di una donna marchigiana e di un uomo originario del Senegal.
Dall’appartamento della coppia proveniva un chiasso infernale, accusavano i vicini dell’appartamento sottostante. A dare loro fastidio soprattutto i giochi rumorosi dei due bambini. Avrebbero così cominciato a bussare sul soffitto con la scopa, mettendosi anche a fissare mamma e piccoli con sguardi minacciosi e braccia conserte quando passavano.
Così si sono moltiplicati i continui litigi tra vicini, poi sfociati in insulti e parolacce. Anche a sfondo razziale. Fino ad arrivare al punto che una coppia residente a Montelabbate (Pesaro), lui di Caserta, lei della Polonia, esasperata dal caos quotidiano che venivano dal piano superiore, non ha fatto il gestaccio. Così i due hanno gettato delle bucce di banana sulle scale di casa.
A quel punto è scattata la denuncia nei confronti della coppia (60enne lui, 57enne lei). Li ha denunciati – ovviamente – la mamma dei bambini (11 e 6 anni). La donna, 39 anni, pesarese e personal trainer, ha deciso che non era il caso di sorvolare. E ha denunciato i vicini di casa chiamando a testimoniare altri condomini che hanno sentito con le loro orecchie i continui insulti razzisti (“bestie”, “animali”, zingari” quelli più usati) rivolti ai figli della coppia. E per finire in bellezza – o meglio in bruttezza – il gesto di gettare le banane, e perfino la carta igienica, verso la porta di casa della famiglia italo-senegalese.
Una situazione che col tempo ha sempre più intimorito i due bambini, sempre più spaventati al punto da non voler nemmeno scendere dalla macchina per paura di incontrare i due vicini del piano di sotto. I quali, intanto, continuano a negare i fatti denunciati dalla madre dei due bimbi di colore. Il processo che li vede coinvolti però prosegue e la mamma di Pesaro ha chiesto 5 mila euro a titolo di risarcimento danni.
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