Cambiamento climatico, quanti miliardi dovrà pagare l’Italia ogni anno? Le stime sono offerte da due importanti think-thank. Giorgia Meloni al summit Cop27: “L’Italia farà la sua parte”.
Intervenuta al summit Cop27, la 27esima la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici quest’anno tenutasi in Egitto, la premier Giorgia Meloni ha offerto un resoconto di quello che sarà l’agenda italiana in merito alla lotta al cambiamento climatico.
“Siamo in un momento decisivo nella lotta contro il cambiamento climatico. Negli ultimi mesi abbiamo sperimentato drammatici effetti in molte regioni del pianeta, siamo chiamati a fare di più e più velocemente per proteggere il clima”, ha sottolineato nel suo intervento la presidente del Consiglio. In questo senso, ha poi ribadito, anche “l’Italia farà la sua parte“.
Ma in che modo sarà necessario tradurre gli sforzi e gli impegni del nostro Paese nella lotta ai cataclismi e ai disastri ambientali? E quanto impegno è richiesto, sempre al nostro Paese, per aiutare e sostenere le realtà più fragili e vulnerabili, in balìa degli eventi estremi?
Durante il suo intervento al Cop27, Meloni ha spiegato che il nostro governo non si tirerà indietro: l’impegno, quello di contrastare i gravi effetti dell’inquinamento sul clima, è un appello comune a cui l’Italia risponderà infatti con forza. Ma, in termini di spesa, in che modo si tradurrà questo impegno? Quanto costerà alla nostra nazione lavorare, insieme al resto del mondo, per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici e aiutare i Paesi in via di sviluppo?
Prendendo a riferimento le linee guida generali, in linea di massima le nazioni più ricche e più sviluppate avrebbero sbloccato (dal 2020) complessivamente circa 100 miliardi di dollari l’anno: fondi, questi, rivolti alle nazioni più fragili, flagellate dagli eventi estremi provocati dall’inquinamento ambientale. Durante il summit in Egitto, Meloni ha tuttavia spiegato: “L’Italia ha aumentato i suoi contributi destinati alla finanza climatica: abbiamo quasi triplicato i nostri impegni finanziari a 1,4 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, includendo 840 milioni di euro stanziati attraverso il nuovo Fondo italiano per il clima. Si tratta della prima piattaforma italiana di investimenti specificatamente dedicata allo sviluppo delle tecnologie pulite e all’adattamento ai cambiamenti climatici nelle Nazioni in via di sviluppo”.
La presidente fa riferimento al fondo previsto dalla Legge di Bilancio 2022 del Governo Draghi, con il quale è stato aggiornato e aumentato il contributo nazionale per le politiche ambientali globali a sostegno dei Paesi più poveri e in crisi. Se precedentemente lo Stato riservava 460 milioni di euro all’anno per tale impegno, ad oggi si è passati a 840 milioni di euro. Queste saranno dunque le nostre effettive risorse messe sul tavolo, il nostro contributo al fondo da 100 miliardi previsto nell’Accordo di Parigi. Come ben illustrato, il Fondo per il clima sarà gestito da CDP e consentirà di utilizzare 800 milioni di euro per prestiti agevolati a condizioni concessionali; gli altri 40 milioni, invece, verranno riservati ai finanziamenti a fondo perduto.
Il Programma Onu per l’ambiente ha tuttavia lanciato un nuovo allarme. Alla luce degli ultimi dati registrati, e della pericolosa tendenza a cui stiamo assistendo, è stato di recente calcolato che servono ormai circa 340 miliardi di dollari l’anno per almeno 10 anni, se si vuole favorire l’adattamento e la lotta al cambiamento climatico. Anche perché, dando uno sguardo agli anni precedenti, non sarebbero mai stati realmente versati i 100 miliardi di dollari annuali previsti dall’accordo internazionale.
In un quadro simile, ci si rende poi conto di quanto lo sforzo promesso dal nostro Paese rimanga ben al di sotto della quota prevista. Secondo quanto calcolato dal think-thank ODI, considerato l’accumulo di emissioni inquinanti emesse a partire dallo scorso secolo, l’Italia sarebbe infatti chiamata a pagare 4,8 miliardi di euro l’anno alle nazioni in via di sviluppo – sempre, questo, in ottica di compensazione dei danni causati dall’inquinamento industriale nazionale. Inoltre, in ottica di paragone con quanto sborsato dagli altri Paesi europei (quali Regno Unito e Germania), l’Italia “a livello teorico” dovrebbe sborsare “1,8 miliardi di euro e 2,1 miliardi di euro l’anno rispettivamente”. Questo, almeno, secondo i calcoli di Ecco, altro think-tank sul clima.
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