La destra sta facendo la destra

L’esecutivo Meloni sta facendo ciò che ci dovevamo aspettare, ovvero si sta comportando da vera destra: manganellate agli studenti,  decreti anti manifestazioni, limitazioni ai diritti, revisionismo storico. Se qualcuno pensava che ci sarebbe stato un minimo di equilibrio aveva sbagliato di molto. 

Chi si aspettava equilibrio dal Governo Meloni si era sbagliato di brutto. L‘esecutivo più a destra della storia della Repubblica fa esattamente quello che farebbe un governo di destra e lo ha dimostrato fin dai suoi primi interventi, stabilendo quali sono le priorità a cui dare azione.

Le manganellate agli studenti che stavano manifestando pacificamente all’Università la Sapienza, il decreto anti-rave che limita fortemente le assemblee di piazza con pene che superano addirittura quelle per i reati di abuso sessuale, la chiusura agli sbarchi di migranti definiti “carico residuale” dal ministro dell’Interno che evidenzia la totale mancanza di umanità nei confronti di queste persone, l’abbraccio di Giorgia Meloni a premier egiziano al Sisi e gli accordi con il suo Paese alla faccia di Giulio Regeni e Patrik Zaki: tutto questo è la destra che dovevamo aspettarci ma che temevano al punto tale da sperare, illudendoci, che questo esecutivo avrebbe di fatto dato continuità al Governo Draghi, magari rinunciando alle sue politiche populiste, contro i diritti umani e più in generale repressive.

E non facciamoci ulteriori illusioni perché siamo solo all’inizio. Il Reddito di Cittadinanza, che avrebbe sì bisogno di una riforma ma non di un’abolizione, verrà ridotto al minimo per placare la sete degli imprenditori approfittatori di lavoratori disperati, i salari minimi non verranno introdotti e all’opportunità per le donne di abortire verranno posti ostacoli tali che diventerà di fatto impossibile. A questo si aggiunga anche la disparità sociale ed economica che non verrà minimamente toccata, anzi sarà rimarcata da interventi come la tregua fiscale, la tassa piatta e, solo con gradualità, dal cuneo fiscale.

Come se non bastasse è iniziato anche il revisionismo storico, tipico dell’estrema destra, sul tema della Resistenza e sui valori che hanno rifondato questa nazione all’indomani della caduta del fascismo. Lo ha fatto intendere il presidente del Senato Ignazio La Russa che si è fatto dubbioso sulla possibilità di partecipare alle manifestazioni del 25 aprile, data che dovrebbe essere universalmente riconosciuta come il giorno in finì un’orrenda dittatura e iniziò invece un periodo prospero, per l’Italia e l’Europa, contrassegnato dalla libertà e dai diritti.

Insomma la destra sta facendo la destra, anche nonostante i richiami dell’Europa, la prudenza della Meloni e i limiti della Costituzione. Speriamo solo che duri poco e che gli elettori si ravvedano presto, ma per fare questo servirebbe una classe politica adeguata capace di dare una risposta. Ma che attualmente non esiste e appare troppo fioca all’orizzonte.

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