Reddito di Cittadinanza, ecco le modifiche: “Revocato se si rifiuta il posto”

Il sottosegretario Durigon indica la linea del governo: “il sussidio non può essere a vita, importo tagliato del 25% e una durata ridotta a 12 mesi”

Il Governo Meloni ha messo nel mirino il Reddito di Cittadinanza, così come annunciato in campagna elettorale dalla leader di Fratelli d’Italia, la misura ridurrà delle riduzioni nelle dimensioni del pubblico dei percettori ma anche una stretta tra coloro che non rispettano determinati requisiti. Dalla creazione del Reddito di Cittadinanza (avvenuta nel 2019 con il Governo Conte I) a oggi sono stati erogati circa 25,9 miliardi, per un importo medio dell’assegno pari a 550 euro.

Sia FdI che Lega hanno sempre attaccato i percettori indebiti segnalando i casi di truffa. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha chiesto una stretta da parte delle procure nell’individuare i casi, ipotizzando di lasciare i controlli all’Inps e ai comuni per una maggiore efficacia e aggiunto che “il sussidio non può essere a vita. Va fissato un termine oltre il quale non si può andare, un po’ come con la Naspi“.

A questo aggiunge che sul RdC arriverà una novità la quale “prevede, dopo i primi 18 mesi di Reddito, che si possa andare avanti al massimo per altri due anni e mezzo, ma con un décalage” ovvero se la persona non ha trovato un lavoro, viene sospesa dal sussidio e inserita per sei mesi in un percorso di politiche attive del lavoro. Inoltre il percettore potrebbe ricevere “un importo tagliato del 25% e una durata ridotta a 12 mesi“.

IL RUOLO DELL’INPS

Nella giornata di ieri il presidente dell’Inps Pasquale Tridico si è detto disponibile a rivedere insieme il RdC, definendosi “totalmente d’accordo a che le erogazioni vadano effettivamente a chi ne ha diritto secondo i requisiti di legge“. Inoltre ha aggiunto che l’Istituto ha sempre “svolto con responsabilità e competenza le funzioni di ente erogatore effettuando controlli ex ante anche laddove non fosse previsto espressamente dalla legge proprio per individuare preventivamente possibili indebiti”.

Tridico ricorda poi come “milioni di famiglie in stato di profonda indigenza, progressivamente aumentate a causa della pandemia e della crisi hanno potuto sostenersi e non arretrare in profonda povertà grazie al sostegno del reddito o della pensione di cittadinanza. Lavorare su questo fronte delle condizioni dignitose del vivere – conclude il presidente dell’Inps – e parallelamente potenziare l’accesso al lavoro, per chi può, è la strada maestra”.

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