E’ ricoverato e in coma farmacologico. Ha 82 anni ed è famoso per il fumetto Bobo.
Il celebre vignettista Sergio Staino risulta ricoverato all’ospedale Torregalli di Firenze. Secondo fonti sanitarie, il disegnatore si trova in coma farmacologico e in gravi condizioni ma attualmente non sarebbe in pericolo di vita. Ha 82 anni.
CHI E’ STAINO
Per una vita tra le personalità più celebri del giornale L’Unità, di cui è stato direttore nel 2016 e 2017, Sergio Staino è nato a Piancastagnaio, in provincia di Siena. E’ il creatore del famoso Bobo, protagonista della serie a fumetti somigliante a Umberto Eco, pubblicato per la prima volta su Linus. Collaborato con Il Messaggero ed è stato fondatore del giornale Tango, diventato nel 1987 un programma di Rai 3, Teletango. Ha pubblicato anche vignette su La Stampa, su Avvenire, Il Riformista e Tiscali Notizie. Laureato in architettura all’Università di Siena, ha insegnato educazione tecnica in alcuni licei fiorentini. Nel 2009 si è candidato per Sinistra e Libertà alle elezioni europee pur essendo iscritto al Partito Democratico.
GLI AUGURI DEL MONDO POLITICO
“Forza Sergio Staino forza” scrive su Twitter il segretario Pd Enrico Letta commentando la notizia del ricovero. Anche Piero Fassino è “Vicino con amicizia e affetto a Sergio Staino ricoverato a Firenze. Tieni duro, Sergio. Abbiamo bisogno della tua passione, della tua intelligenza e della tua ironia. E abbiamo bisogno di Bobo“. Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha scritto: “Un grandissimo abbraccio, Sergio tieni duro“.
L’ULTIMA INTERVISTA
Le ultime dichiarazioni di Staino sono state raccolte in una intervista a Repubblica il 28 settembre, all’indomani delle elezioni politiche. “C’è una classe dirigente con una forte identità di sinistra, che ha molta cura del territorio. Prima del voto è venuto don Ciotti al cinema Aurora, c’erano 400 persone e io sono scoppiato in lacrime per la bellezza di quell’incontro” ha detto a proposito della sua città, e poi su Letta “Gli ho scritto una lettera aperta: “Il tuo abbandono sarebbe la sconfitta per tutti noi. Non solo: sarebbe un ripiegarsi in tristi meditazioni, lasciando il campo largo che amavi tanto, in mano alle scorribande delle nostre correnti”.