Questa idea non è da tutti - MeteoWeek.com
Avere l‘occasione di creare un Sole artificiale sta diventando realtà: scopriamo l’incredibile progetto di un gruppo di sviluppatori brillante.
Gli esperti del California Institute of Technology è ormai da due anni che sta lavorando senza sosta al Space-based Solar Power Project, cioè il SSPP, cioè allo studio, creazione e sperimentazione di piastrelle solari modulari, scalabili e pieghevoli per raccogliere la luce del Sole lì dove brilla più forte: nello spazio.
Il team in questione è composta da Harry Atwater, ricercatore SSPP e presidente della leadership di Otis Booth della divisione di ingegneria e scienze applicate del Caltech, Ali Hajimiri, Bren Professor of Electrical Engineering e co-direttore di SSPP e Sergio Pellegrino, Joyce e Kent Kresa Professore di ingegneria aerospaziale e civile, co-direttore di SSPP e ricercatore senior presso il Jet Propulsion Laboratory.
Ma come lo hanno costruito? L’unità di base del sistema ideale è una piastrella da 4 pollici per 4 pollici che pesa meno di un decimo di oncia in sostanza. E come tessere di un mosaico, centinaia di migliaia di queste piastrelle andranno a formare un sistema di satellite che, una volta dispiegati, realizzano una superficie di raccolta della luce solare da ben 5,6 km quadrati.
La ricerca, udite udite, è durata solo due anni, ma come è possibile? Facile: per via del fatto che buona parte della tecnologia utilizzata sia già disponibile da decenni, è stato sufficiente migliorarne la resa diminuendo del tutto il peso nel corso delle sperimentazioni. Il secondo prototipo, difatti, è più efficiente e pesa il 33% in meno del primo.
Il ricercatore Ali Hajimiri ci fa sapere di più sul progetto: “Queste piastrelle sono montate su una struttura molto flessibile che può essere piegata per adattarsi a un veicolo di lancio. Una volta schierata, la struttura si espande e le tessere lavorano di concerto e in sincronia per generare energia, convertirla e trasferirla esattamente dove serve e da nessun’altra parte”.
Al termine della progettazione del sistema, è probabile che assisteremo ad una vera e propria progressione: “Rivoluzionerà la natura dell’energia e l’accesso ad essa in modo che diventi onnipresente, diventi energia inviabile. Puoi inviarla dove ne hai bisogno. Questo reindirizzamento dell’energia avviene senza alcun movimento meccanico, puramente attraverso mezzi elettrici utilizzando un array di focalizzazione, il che lo rende estremamente veloce”.
Vi mostriamo un’ultima sua considerazione personale: “Gli studenti, i dottorandi, tutti noi abbiamo lavorato a stretto contatto e abbiamo imparato molto sui reciproci domini. Ciò si traduce in qualcosa che è più della somma delle sue parti, sia in termini di risultato finale del progetto sia in termini di formazione che gli studenti stanno ricevendo. Quella formazione è incredibilmente importante per il futuro della tecnologia spaziale, che si tratti di trasferimento di energia wireless, comunicazioni, strutture spaziali o qualsiasi altro tipo di applicazione a cui non abbiamo ancora pensato”.
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